Per vivere c’è bisogno di pane. Chi ha fame non chiede cibi raffinati e costosi, ma pane. Chi è senza lavoro non chiede stipendi enormi, ma il pane di un impiego. Gesù si rivela come il pane, cioè l’essenziale, il necessario per la vita di ogni giorno. Non un pane tra tanti altri, ma il pane della vita”. Lo ha detto il Papa, stamane, introducendo la preghiera mariana dell’Angelus.

Senza Gesù – ha sottolineato Francesco – “vivacchiamo: perché solo Lui ci nutre l’anima, solo Lui ci perdona da quel male che da soli non riusciamo a superare, solo Lui ci fa sentire amati anche se tutti ci deludono, solo Lui ci dà la forza di amare e perdonare nelle difficoltà, solo Lui dà al cuore quella pace di cui va in cerca, solo Lui dà la vita per sempre quando la vita quaggiù finisce”.

L’espressione “Io sono il pane della vita – ha spiegato il Pontefice - riassume veramente tutto il suo essere e tutta la sua missione. Lo si vedrà pienamente alla fine, nell’Ultima Cena. Gesù sa che il Padre gli chiede non solo di dare da mangiare alla gente, ma di dare sé stesso, di spezzare sé stesso, la propria vita, la propria carne, il proprio cuore perché noi possiamo avere la vita. Queste parole del Signore risvegliano in noi lo stupore per il dono dell’Eucaristia. Nessuno in questo mondo, per quanto ami un’altra persona, può farsi cibo per lei. Dio lo ha fatto, e lo fa, per noi. Rinnoviamo questo stupore. Facciamolo adorando il Pane di vita, perché l’adorazione riempie la vita di stupore”.

Dobbiamo fare attenzione – ha ammonito il Papa – a non scandalizzarci. “Ci farebbe più comodo un Dio che sta in Cielo senza immischiarsi, mentre noi possiamo gestire le faccende di quaggiù. Invece Dio si è fatto uomo per entrare nella concretezza del mondo. E tutto della nostra vita gli interessa. Gli possiamo raccontare gli affetti, il lavoro, la giornata, i dolori, le angosce… Gesù desidera questa intimità con noi. Che cosa non desidera? Essere relegato a contorno, essere trascurato e messo da parte, o chiamato in causa solo quando ne abbiamo bisogno. Io sono il pane della vita. Almeno una volta al giorno ci troviamo a prendere cibo insieme; magari la sera, in famiglia: sarebbe bello, prima di spezzare il pane, invitare Gesù, chiedergli con semplicità di benedire quello che abbiamo fatto e quello che non siamo riusciti a fare. Invitiamolo a casa, preghiamo in stile domestico”.