“L’aviazione civile ha contribuito allo sviluppo del mondo contemporaneo, avvicinando popoli lontani tra di loro e facendoli conoscere. Voi mettete al servizio della società professionalità e strutture per garantire la sicurezza del volo e dei passeggeri, sia durante le operazioni aeronautiche sia a terra in ambito aeroportuale. Tale attività, oltre ad essere strumento efficace di regolazione e controllo dei voli, ha assunto le caratteristiche di un prezioso bene sociale. Col vostro lavoro, infatti, offrite un servizio indispensabile alla Nazione e ai cittadini, contribuendo notevolmente a svilupparne la vocazione europea e mondiale”. Lo ha detto il Papa, stamane, ricevendo in udienza Dirigenti e Personale dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile.

Viaggiando – ha osservato Francesco – è possibile “accostare varie culture e tradizioni. In questo modo, si favoriscono conoscenze, collaborazioni e scambi reciproci in ambito culturale, economico e religioso. Quant’è importante il vostro lavoro per lo sviluppo di queste relazioni umane e sociali a livello internazionale”.

Oggi – ha detti ancora il Papa – con il crescente rischio di “tornare ad erigere barriere nazionali, risalta ancora di più che la vostra opera è al servizio dell’incontro e della fratellanza. In stridente contrasto con questa prospettiva sono i casi in cui l’aviazione viene usata come strumento di offesa, di distruzione, di morte. Lo stiamo vedendo purtroppo anche in questa terribile guerra in Ucraina, segnata quotidianamente da bombardamenti aerei. Di fronte a questo desolante scenario, preme più forte al nostro cuore la speranza che i cieli siano sempre e soltanto cieli di pace, che si possa volare in pace per stringere e consolidare rapporti di amicizia e di pace. L’aviazione è amicizia, è incontro”.

Infine – parlando della Madonna di Loreto, patrona degli aviatori – il Papa ha ricordato che Lei “ci insegna a camminare nella vita con i piedi per terra, condividendo le gioie e le sofferenze di chi ci sta accanto; e al tempo stesso, a tenere sempre lo sguardo alzato all’orizzonte del cielo, col cuore aperto a Dio e alla sua grazia che ci salva”.