"I martiri sono il dono più prezioso che Dio può fare alla Chiesa, perché in loro si attua quell'amore più grande che Gesù ci ha mostrato sulla croce". Lo ha detto il Papa incontrando i pellegrini provenienti da El Salvador in ringraziamento per la Beatificazione di Padre Rutilio Grande.

"Le nostre realtà - ha proseguito - non sono certo quelle di allora, ma la chiamata all'impegno, alla fedeltà, a mettere al primo posto la fede in Dio e l'amore per il fratello, a vivere nella speranza, è senza tempo, perché è il vangelo, un vangelo vivo, che non si impara dai libri, ma dalla vita di coloro che ci hanno trasmesso il deposito della fede".

"Il messaggio di questi martiri - ha detto ancora il Pontefice - ci chiama a identificarci con la loro passione che è l'attualizzazione della passione di Cristo nel momento presente, abbracciando la croce che il Signore offre a ciascuno di noi personalmente. E questo progetto di cammino, di cammino spirituale, di preghiera, di lotta, deve talvolta assumere la forma di denuncia, di protesta, non politica, mai, sempre evangelica. Finché ci sono ingiustizie, finché non si ascoltano le giuste pretese del popolo, finché in un Paese ci sono segni di immaturità nel cammino della pienezza del Popolo di Dio, la nostra voce deve levarsi contro il male, contro la tiepidezza nella Chiesa, contro tutto ciò che ci separa dalla dignità umana e dalla predicazione del Vangelo".

"La croce di Gesù - ha concluso Papa Francesco - è la croce di tutti ed è la croce della Chiesa come corpo di Cristo, che lo segue fino al sacrificio. Incoraggiamoci a vicenda, pensiamo a chi è in difficoltà: i più poveri, i carcerati, coloro che non possono permettersi di vivere, i malati, gli scartati. E ringraziamo Dio per essere in grado di camminare con la forza della fede per servire il nostro popolo".