“Porto nel cuore la visita che ho appena compiuto negli Emirati Arabi Uniti e la calorosa accoglienza che ho ricevuto. Ho incontrato un Paese moderno, che guarda al futuro, senza dimenticare le radici. Un Paese dove si cerca di trasformare in fatti e iniziative concrete le parole tolleranza, fratellanza, rispetto reciproco, libertà. Ho visto che anche nel deserto i fiori germogliano e crescono. E sono tornato a casa con la speranza che tanti deserti nel mondo possano fiorire”. Così Papa Francesco nel videomessaggio inviato ai partecipanti al VII World Government Summit che si sta svolgendo a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti.

Per far sì che il deserto fiorisca - ha precisato il Pontefice - dobbiamo crescere “insieme, l’uno a fianco all’altro, con apertura e rispetto, disponibili a farci carico dei problemi di tutti, che nel villaggio globale sono i problemi di ciascuno”.

Dobbiamo porci - ha detto ancora il Papa - la domanda: “quale tipo di mondo vogliamo costruire insieme? È un interrogativo che ci porta a lavorare pensando ai popoli e alle persone più che ai capitali e agli interessi economici; una domanda che non guarda all’immediato domani ma all’avvenire, alla responsabilità che grava su di noi: trasmettere questo nostro mondo a chi verrà dopo di noi, preservandolo dal degrado ambientale e, prima ancora, morale. In realtà non si può parlare di sviluppo sostenibile senza solidarietà”.

In definitiva - ha concluso Papa Francesco - “il bene, se non è comune, non è veramente bene. Forse mai come ora il pensare e l’agire richiedono dialogo vero con l’altro, perché senza l’altro non c’è futuro per me”.