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Papa Francesco, il luogo di ritrovo di tutti i cristiani è la lode di Dio

L'incontro ecumenico del Papa in Bahrein nella cattedrale di Nostra Signora d' Arabia

Papa Francesco all' incontro ecumenico in Bahrein |  | Vatican Media
Papa Francesco all' incontro ecumenico in Bahrein | | Vatican Media
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L’unità nella diversità e la testimonianza di vita. Sono questi i due elementi di riflessione che Papa Francesco offre ai cristiani del Baherein incontrati oggi nella Cattedrale di Nostra Signora d’Arabia ad Awali.

Una liturgia ecumenica che si conclude con il canto della Preghiera della Pace di San Francesco. 

Il Papa parte dalla Pentecoste, perché "quanto ci unisce supera di molto quanto ci divide e che, più camminiamo secondo lo Spirito, più saremo portati a desiderare e, con l’aiuto di Dio, a ristabilire la piena unità tra di noi".

In un paese dove i cristiani sono minoranza e la libertà religiosa è soprattutto libertà di culto, Francesco dice che "il popolo cristiano è chiamato a riunirsi perché le meraviglie di Dio si avverino". E  "Qual è il “luogo di ritrovo”, il “cenacolo spirituale” della nostra comunione? È la lode di Dio, che lo Spirito suscita in tutti".

Non un luogo fisico ma la la comunione. La preghiera di lode e di adorazione  che è " gratuita e incondizionata, attira la gioia dello Spirito, purifica il cuore, ricostituisce l’armonia, risana l’unità. È l’antidoto alla tristezza, alla tentazione di lasciarci turbare dalla nostra pochezza interiore e dalla pochezza esteriore dei nostri numeri. Chi loda non bada alla piccolezza del gregge, ma alla bellezza di essere i piccoli del Padre. La lode, che permette allo Spirito di riversare la sua consolazione in noi, è un buon rimedio contro la solitudine e la nostalgia di casa". 

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In un paese dove molti cristiani sono "stranieri" il Papa chiede che "prosegua anche la bella abitudine di mettere a disposizione di altre comunità gli edifici di culto per adorare l’unico Signore". Il Papa parla poi della testimonianza di vita, di quelle dei martiri, vero seme di ecumenismo, ma anche di quella della genuina pratica della carità: "ci farà bene interrogarci anche sulla nostra testimonianza, perché con il passare del tempo si può andare avanti per inerzia e affievolirsi nel mostrare Gesù attraverso lo spirito delle Beatitudini, la coerenza e la bontà della vita, la condotta pacifica". La ricetta di Papa Francesco è chiara: "non si può testimoniare davvero il Dio dell’amore se non siamo uniti tra noi come Egli desidera; e non si può essere uniti rimanendo ciascuno per conto suo, senza aprirsi alla testimonianza, senza dilatare i confini dei nostri interessi e delle nostre comunità in nome dello Spirito che abbraccia ogni lingua e vuole raggiungere ognuno".

Salutando al suo arrivo il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo il Papa bacia il suo crocefisso pettorale e il Patriarca lo ricambia e bacia l'Enkolpion che Francesco ha indossato anche nella preghiera interreligiosa del 2021 al Colosseo. 

La devozione a Nostra Signora d’Arabia, risale al dicembre 1948, quando in Kuwait fu creata una piccola cappella con questo titolo, che ospitava una statua benedetta in Vaticano da Papa Pio XII. Nel 1957 Pio XII proclamò Nostra Signora d’Arabia patrona del territorio e del Vicariato Apostolico del Kuwait e nel 2011 la Santa Sede la nominò patrona dei Paesi dei due Vicariati Apostolici del Golfo: il Vicariato Apostolico di Arabia del Nord e il Vicariato Apostolico di Arabia del Sud. 

Domattina il Papa celebrerà la Santa messa al Bahrain National Stadium, a Roma saranno le 6.30 e nel pomeriggio appuntamento con i giovani del Bahrein.

 

 

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