"Nel Vangelo, quando Gesù non era con la gente, era con il Padre, a pregare. E la maggior parte del tempo nella vita di Gesù, nella vita pubblica di Gesù, Egli la passò sulla strada, con la gente. Questa vicinanza: l’umiltà di Gesù, quello che dà autorità a Gesù, lo porta la vicinanza con la gente. Lui toccava la gente, abbracciava la gente, guardava negli occhi la gente, ascoltava la gente. Vicino. E questo gli dava autorità". Lo ha detto il Papa, stamane, nell'omelia pronunciata durante la Messa celebrata a Santa Marta.

Gesù - aggiunge il Papa secondo quanto riporta Vatican News - dimostra spesso la compassione, attraverso due caratteristiche: "la mitezza e la tenerezza. Gesù dice: imparate da me che sono umile e mite di cuore. Lui era mite, non sgridava. Non puniva la gente. Era mite. Sempre con mitezza. Si arrabbiava Gesù? Sì! Pensiamo quando ha visto la casa di suo Padre diventata un shopping, per vendere delle cose… lì si arrabbiò, prese la frusta e cacciò via tutti. Ma perché amava il Padre, perché era umile davanti al Padre, aveva questa forza".

I Pastori - conclude Francesco - devono imparare dunque da Gesù. "Quando la gente lo insultava, quel Venerdì Santo, e gridava crucifige, rimaneva zitto perché aveva compassione di quella gente ingannata dai potenti del denaro, del potere. Stava zitto. Pregava. Il pastore, nei momenti difficili, nei momenti in cui si scatena il diavolo, dove il pastore è accusato, ma accusato dal Grande Accusatore tramite tanta gente, tanti potenti, soffre, offre la vita e prega. E Gesù pregò. La preghiera lo portò anche alla Croce, con fortezza; e anche lì ebbe la capacità di avvicinarsi e guarire l’anima del Ladrone".