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Papa Francesco in Iraq: mentre si ricostruisce, si prega perché il viaggio si compia

Dopo le parole del Papa sulla possibilità di non effettuare il viaggio per via dell’emergenza COVID, è stata composta una preghiera da recitare ogni domenica perché il viaggio abbia luogo

Maria al Tahira | La statua della Vergine collocata sulla chiesa di Maria al Tahira a Qaraqosh | ankawa.com Maria al Tahira | La statua della Vergine collocata sulla chiesa di Maria al Tahira a Qaraqosh | ankawa.com

Anche nella santuario di Maria al Tahira (Maria Purissima) a Qaraqosh si sta recitando, dal 14 gennaio, una preghiera composta dal Patriarcato Caldeo per propiziare la visita di Papa Francesco in Iraq. Ma lì, tutto ha un senso più grande. Perché l’11 gennaio, su quella chiesa che i miliziani del Daesh avevano trasformato in armeria, è tornata a troneggiare una statua della Vergine Maria. E sarà quella statua ad accogliere eventualmente Papa Francesco durante il suo viaggio in Iraq.

Il viaggio del Papa nella terra di Abramo è stato annunciato per prossimo 5-8 marzo, ma in una recente intervista Papa Francesco ha sollevato qualche dubbio che il viaggio si possa effettivamente fare. Il viaggio, preparato da tempo, ha però una macchina organizzativa già in moto, e sono in corso anche le verifiche di sicurezza. Il viaggio sarà anche un viaggio per la ricostruzione dell’Iraq. Il Papa andrà a Mosul, dove un progetto punta a far rivivere lo spirito della città, ma anche ad Alqosh e Qaraqosh, le cittadine della Piana di Ninive che più di tutte hanno subito l’invasione del sedicente Stato Islamico.

E così, la collocazione della statua della Vergine sulla chiesa di Maria al Tahira ha assunto una forte connotazione simbolica ed è stata considerata segno della rinascita della città, abitata da una maggioranza di cristiani siro-cattolici. Santa Maria al Tahira è un complesso di due chiese, una più antica, risalente al XIII secolo, e una nuova, costruita nella prima metà del XX secolo.

La chiesa, il luogo di culto più conosciuto di Qaraqosh, fu trasformata in una guarnigione militare, usando l’edificio come un campo di tiro, saccheggiandola e devastandola. Dopo la liberazione dal Daesh, sono cominciati i lavori di restauro, culminati appunto con la collocazione della statua.

Papa Francesco potrà vedere questa statua? Non si sa ancora, ma i cattolici di Iraq stanno pregando. Il Patriarca Sako ha chiesto a tutte le chiese di recitare, al termine di ogni Messa, una preghiera composta specificamente per favorire il viaggio.

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“Signore nostro Dio – dice la preghiera – concedi a Papa Francesco salute e sicurezza per portare avanti con successo questa visita così attesa”.

La preghiera parla poi degli sforzi del Papa per il dialogo e per sviluppare riconciliazione fraterna, costruire fiducia e consolidare la pace e la dignità umana “specialmente per noi iracheni che abbiamo vissuto eventi dolorosi che hanno colpito le nostre vite.