Ultime Notizie: reportage Iraq

Preparativi del viaggio di Papa Francesco in Iraq / Twitter

Papa Francesco in Iraq, per la prima volta un Papa celebra in rito caldeo

Per la prima volta, un Papa celebrerà una Messa in rito caldeo. Peccato, però, che vi potranno partecipare solo 500 persone. Il viaggio del Papa in Iraq, che comincerà il prossimo 5 marzo, si prevede difficile anche per le restrizioni da coronavirus, ulteriormente inasprite ieri dal Consiglio dei Ministri per un nuovo picco di contagi: nessuno potrà muoversi di regione in regione, all’interno del territorio iracheno.  

Il Grande Ayatollah Muhammad al Sistani / Wikipedia

Chi è il Grande Ayatollah al Sistani, che Papa Francesco incontrerà in Iraq?

C’è anche una tappa a Najaf, nel programma del viaggio di Papa Francesco in Iraq. Non menzionata nel programma iniziale del viaggio, Najaf è la roccaforte dell’Islam sciita. Ed è il luogo dove vive l’ayatollah Muhammad al Sistani, diventato nel corso degli anni non solo una autorità religiosa, ma anche una autorità di riferimento cui chiedere di tutto. Da lui si va se si vuole comprendere come rispondere al terrorismo. Da lui si va se si deve legittimare il governo.  

La statua della Vergine collocata sulla chiesa di Maria al Tahira a Qaraqosh / ankawa.com

Papa Francesco in Iraq: mentre si ricostruisce, si prega perché il viaggio si compia

Anche nella santuario di Maria al Tahira (Maria Purissima) a Qaraqosh si sta recitando, dal 14 gennaio, una preghiera composta dal Patriarcato Caldeo per propiziare la visita di Papa Francesco in Iraq. Ma lì, tutto ha un senso più grande. Perché l’11 gennaio, su quella chiesa che i miliziani del Daesh avevano trasformato in armeria, è tornata a troneggiare una statua della Vergine Maria. E sarà quella statua ad accogliere eventualmente Papa Francesco durante il suo viaggio in Iraq.  

Logo del viaggio di Papa Francesco in Iraq / Saint-Adday

Incertezza sul viaggio del Papa in Iraq. Ma intanto è stato presentato il logo

“Siete tutti fratelli”. È questo passaggio del Vangelo di Matteo (23,8) a fare da motto al prossimo viaggio di Papa Francesco in Iraq. Il motto del viaggio è stato rivelato insieme al logo l’11 gennaio dal Patriarcato di Babilonia dei Caldei. E, sin dall’inizio, rappresenta una dichiarazione di intenti precisa: il Papa viene a sviluppare l’idea di fraternità, facendo del viaggio in Iraq una sorta di viaggio “gemello” a quello negli Emirati Arabi Uniti nel 2019.  

I vescovi di Iraq al termine della loro riunione l'11 dicembre / Saint Adday

Iraq, verso la celebrazione del Natale, in attesa del viaggio di Papa Francesco

In una situazione particolarmente critica, “il Signore ci viene incontro e ci dona la salvezza attraversando tutti i deserti. Lui può far fiorire la speranza anche in mezzo alle desolazioni di ogni genere che assediano la vita quotidiana degli iracheni e dei popoli del Medio Oriente”. Lo scrivono i vescovi cattolici di Iraq, in un messaggio diffuso al termine della loro riunione dell’11 dicembre.  

Papa Francesco durante un volo papale con Matteo Bruni, direttore della Sala Stampa della Santa Sede
 / Archivio ACI

Papa Francesco in Iraq a marzo 2021. Coronavirus permettendo

Papa Francesco in Iraq a marzo 2021: lo ha annunciato la Sala Stampa della Santa Sede. Dopo un anno senza viaggi internazionali, mentre ancora non è stato designato in Segreteria di Stato chi sarà l’organizzatore dei viaggi papali a seguito del trasferimento di monsignor Rueda Beltz nella nunziature del Portogallo, Papa Francesco riprende i viaggi dall’Iraq.  

Una veduta aerea della città di Mosul / YouTube

Iraq, tornano a Mosul 200 famiglie cristiane

Sono circa 200 le famiglie di sfollati cristiani che sono già tornate o torneranno a Mosul, da dove erano fuggite a causa delle tremenda avanzata del sedicente Stato Islamico. La notizia, data l’11 novembre da Zuhair Muhsin al Araji, sindaco di Mosul, è stata poi confermata dal governatore nel distretto.  

Padre Poquillon tra le rovina della chiesa di al-Saa'a, ora in ricostruzione nell'ambito del progetto "Revive the spirit of Mosul" / UNESCO

Mosul dopo l’ISIS: la grande sfida è ritrovare la fiducia nelle diversità

È dallo scorso aprile che l’UNESCO ha cominciato i lavori di restauro della chiesa domenicana di Nostra Signora dell’Ora a Mosul. La chiesa, il cui nome in arabo è al-Saa’a, è situata nella città vecchia di Mosul, un luogo che da sempre è stato un crocevia di culture e religioni. Un incrocio di dialogo che è stato compromesso e parzialmente distrutto con l’invasione dei Daesh. Un dialogo di cui i domenicani sono stati protagonisti da sempre in quell’area.  

L'arcivescovo Mousa di Mosul / Vatican News

Anche il “Giona di Ninive” era tra i candidati al Premio Sacharov

Quando l’ISIS arrivò alle porte di Mosul, caricò la sua automobile di antichi manoscritti, e fece un viaggio noturno fino ad Erbil per salvare prima di tutto le radici. Poi, è diventato arcivescovo di Mosul, con il compito, appunto, di ricostruire a partire dalle radici una comunità ferita, come un novello Giona di Ninive. Quest’anno, Najeeb Michaeel, domenicano, alla guida di quella che era diventata una diocesi inesistente e annientata dall’ISIS, è stato tra i candidati al Premio Sacharov, e addirittura uno dei tre finalisti.  

Il vescovo Mousa in visita a Mosul insieme a una delegazione di capi religiosi, Mosul, 6 giugno 2020 / Saint - Adday

Iraq, verso la ricostruzione di Mosul. Il premier: “Addolorati dall’esodo dei cristiani”

Non si è fermato l’esodo dei cristiani, cominciato già anni fa, dopo la Seconda Guerra del Golfo, ma ora non più nascosto dopo le violenze dello Stato Islamico e la difficile situazione. Eppure, la Piana di Ninive prova a rinascere, spinta da un vescovo che durante l’occupazione dello Stato Islamico lavorava per salvare storia e manoscritti, e aiutata da una campagna dell’UNESCO, “Revive the spirit of Mosul”, che ha trovato ingenti finanziamenti dagli Emirati Arabi Uniti. E due visite, all’inizio di giugno, hanno segnato questa voglia di rinascita: quella del premier iracheno Mustafa al Kadhimi e quella del vescovo Najib Mikhael Mousa.  

Una fotografia dell'arcivescovo Paulo Rahho, arcivescovo di Mosul martirizzato nel 2008 / Terrasanta.net

Dodici anni fa in Iraq, un vescovo martire. Forse il primo del Terzo Millennio

Forse è il primo vescovo martire del Terzo Millennio. Ma, in fondo, non contano questi tristi primati. Il fatto è che l’arcivescovo Paul Faraj Rahho di Mosul, in Iraq, è stato trovato morto il 13 marzo 2008, dodici anni fa. Era stato rapito il 29 febbraio 2008, e nulla si sa della sua morte. Ma di certo si sa che è un martire.  

La chiesa di San Tommaso a Mosul durante la Messa per la pace dello scorso anno / Vatican News

Mosul, la storica chiesa di San Tommaso sarà ricostruita

Era a Mosul che si era radunato lo Stato Islamico, ingolosito anche dal fatto che il “tesoro” dei funzionari governativi fosse nella sede della Banca Centrale del Paese. E da lì sono scappati, dal giorno alla notte, migliaia di rifugiati alla volta di Erbil, dopo che lo stesso esercito aveva annunciato che avrebbe lasciato la città. Oggi, sei anni dopo la crisi, la sconfitta dello Stato Islamico, il primo lavoro è quello di ricostruire. Ricostruire non solo le case, ma anche la fiducia. E soprattutto le chiese.  

Il ritratto dei 48 martiri iracheni, di cui è terminata la fase diocesana di beatificazione / Aina.org

Iraq, quarantotto martiri sulla via della santità

Tra i nuovi martiri c’era un bambino ancora non nato. Un bambino di tre mesi. Un bambino di tre anni che, al rumore di mitra e di bombe, non si scompose, ma si limitò a dire “Basta, basta, basta” prima di essere raggiunto da una pallottola sul cuore. Una bambina di 12 anni che aveva profeticamente detto in tempo non sospetto: “Mi piace queste chiesa, vorrei morire qui”, e che, prima di morire, disse alla mamma di non preoccuparsi perché era incinta. E la mamma e il bambino che portava in grembo si salvarono dall’attacco terroristico, in maniera quasi miracolosa. Sono le storie delle vittime dell’attacco terroristico alla chiesa di Nostra Signore del Perpetuo Soccorso, cattedrale siro-cattolica di Baghdad. Era il 31 ottobre 2010.  

Alcune immagini della riapertura della Biblioteca Cristiana di Qaraqosh / Gaceta Cristiana

Iraq, riapre al pubblico la Biblioteca di Qaraqosh. Fu distrutta dall’ISIS

La Biblioteca cristiana di Qaraqosh ha riaperto al pubblico la scorsa settimana. E la notizia non è di poco conto, se si conta che Qaraqosh si trova nella piana di Ninive, dove arrivarono i miliziani del sedicente Stato Islamico. E questi miliziani diedero alle famme la città, bruciando e depredando gran parte del patrimonio culturale e letterario.  

Padre Rifat Bader, direttore del Catholic Media and Study Center in Giordania / abouna.org

L’attesa per il Papa in Iraq. “Se verrà, sarà un segno di incoraggiamento”

Ci tiene a specificare che il viaggio di Papa Francesco in Iraq nel 2020 non è ancora ufficiale. E sottolinea che l’organizzazione del viaggio sarà una grande sfida. Ma padre Rifat Bader, direttore del Catholic Center for Studies and Media in Giordania, si mostra anche fiducioso. “Se Papa Francesco verrà – dice - sarà un segno di incoraggiamento per tutti”.  

Il patriarca Sako durante un incontro del 2017 / Daniel Ibanez / ACI Group

Verso Papa Francesco in Iraq: un’altra dichiarazione per la fraternità?

Un documento sulla Fraternità Universale, da firmare a Najaf, in Iraq, con i leader sciiti: è la proposta del Cardinale Louis Rafael Sako, patriarca di Babilonia dei Caldei, caldeggiata anche durante un “panel” sulla libertà religiosa organizzato dall’Ambasciata del Regno Unito presso la Santa Sede lo scorso 15 luglio.  

La messa per la Pace nella chiesa di San Tommaso, a Mosul (Iraq) / Fides

Una “Messa per la pace” nella chiesa ancora distrutta è il segno della speranza di Mosul

Era una diocesi che non esisteva più, in una città fantasma da dove i cristiani se ne erano andati. Ma ora Mosul, nel cuore della Piana di Ninive, ricomincia a vivere. C’è un nuovo vescovo caldeo, Najib Mikhael Moussa, che fu anche il domenicano che salvo la cultura custodita nella città. E la cattedrale siro-cattolica di San Tommaso è stata parzialmente ricostruita. Tanto che ci si è potuta celebrare una Messa.  

Padre Najeeb Michaeel, nuovo vescovo di Mosul, mostra un manoscritto dei tanti che ha raccolto e archiviato  / Dominican Friars

Il nuovo “Giona di Ninive” è un domenicano che ha salvato la cultura dall’ISIS

“Che tu sia un nuovo Giona per Ninive”. È stato questo l’augurio che il Cardinale Rapahel Sako, patriarca di Babilonia dei Caldei, ha fatto al domenicano Najib Mikhael Moussa, nuovo vescovo di Mosul, quando lo ha ordinato lo scorso 18 gennaio. Un compito importante. Perché a Mosul, dal 2014, non c’era più stato un vescovo, dopo che Amel Nona era stato costretto a fuggire, come tutti. Tutto era stato spazzato via, anche la diocesi. Per questo, l’arrivo di un vescovo rappresenta, sono le parole del Cardinale Sako, “un segno di speranza”.  

Il Cardinale Pietro Parolin in Iraq  / Holy See Press Office

Diplomazia Pontificia, il viaggio del Cardinale Parolin in Iraq

Quattro giorni in Iraq per il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano. In attesa di Papa Francesco, invitato più volte e ancora impossibilitato ad andare per ragioni di sicurezza, l’Iraq accoglie il numero due vaticano, che trascorre il Natale tra Baghdad, Erbil e Qaraqosh, tra incontri istituzionali e visite nei campi rifugiati, lì dove ci sono ancora coloro che non hanno potuto fare ritorno nelle loro case dopo la guerra mossa dall’ISIS e dove ci sono quelli che ancora non hanno fiducia a tornare.  

Il Cardinale Parolin, segretario di Stato vaticano, celebra Messa  / TandaLab

Natale in Iraq per il Cardinale Parolin

La Messa della vigilia di Natale a Baghdad. Il passaggio in Kurdistan. La messa a Qaraqosh, liberata dall’Isis. Sono questi gli appuntamenti principali di una densa quattro giorni che il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, avrà in Iraq. E forse, come è successo altre volte durante questo pontificato, il viaggio del Segretario di Stato vaticano sarà una sorta di prova generale per una possibile visita di Papa Francesco, per il quale c’è già un invito, e persino un itinerario.