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Papa Francesco in Lituania: "Ospitare le differenze, generare ospitalità"

Il discorso del Papa al Palazzo Presidenziale di Vilnius |  | VAMP pool photo
Il discorso del Papa al Palazzo Presidenziale di Vilnius | | VAMP pool photo
L'arrivo del Papa a Vilnius |  | Andrea Gagliarducci Aci Stampa
L'arrivo del Papa a Vilnius | | Andrea Gagliarducci Aci Stampa
L'arrivo del Papa a Vilnius |  | Andrea Gagliarducci Aci Stampa
L'arrivo del Papa a Vilnius | | Andrea Gagliarducci Aci Stampa

Il primo discorso ufficiale del suo viaggio apostolico nel Baltico Papa Francesco lo rivolge alle Autorità,  ai rappresentanti della Società civile e ai membri del Corpo Diplomatico accreditato in Lituania

Dopo aver ricordato il centenario della indipendenza della Lituania, il Papa ha sottolineato le sofferenze patite dal popolo lituano. “Celebrare i cento anni dell’indipendenza - ha spiegato - significa soffermarsi un poco nel tempo, recuperare la memoria del vissuto per prendere contatto con tutto quello che vi ha forgiati come Nazione e trovarvi le chiavi che vi permettano di guardare le sfide del presente e proiettarsi verso il futuro in un clima di dialogo e di unità tra tutti gli abitanti, in modo che nessuno rimanga escluso”. 

“Non sappiamo come sarà il domani - ha aggiunto il Papa - quello che sappiamo è che ad ogni epoca compete conservare l’anima che l’ha edificata e che l’ha aiutata a trasformare ogni situazione di dolore e di ingiustizia in opportunità, e conservare viva ed efficace la radice che ha prodotto i frutti di oggi. E questo popolo ha un’anima forte che gli ha permesso di resistere e di costruire!”.

Francesco loda lo spirito accogliente del popolo lituano. Tutti sono vissuti insieme e in pace “fino all’arrivo delle ideologie totalitarie che spezzarono la capacità di ospitare e armonizzare le differenze seminando violenza e diffidenza. Trarre forza dal passato significa recuperare la radice e mantenere sempre vivo quanto di più autentico e originale vive in voi e che vi ha permesso di crescere e di non soccombere come Nazione: la tolleranza, l’ospitalità, il rispetto e la solidarietà”.

In un mondo in cui si arriva a strumentalizzare “l’insicurezza e i conflitti” o si vuole  “garantire la sicurezza e la sussistenza di una cultura” cercando “di eliminare, cancellare o espellere le altre, voi lituani avete una parola originale vostra da apportare: ospitare le differenze. Per mezzo del dialogo, dell’apertura e della comprensione esse possono trasformarsi in ponte di unione tra l’oriente e l’occidente europeo. Si  ama tanto più efficacemente il prossimo - ha detto ancora il Papa citando Benedetto XVI - quanto più ci si adopera per un bene comune rispondente anche ai suoi reali bisogni”.

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E’ necessario poi “prestare speciale attenzione ai più giovani, che sono non solo il futuro, ma il presente di questa Nazione, se rimangono uniti alle radici del popolo. Un popolo in cui i giovani trovano spazio per crescere e lavorare, li aiuterà a sentirsi protagonisti della costruzione del tessuto sociale e comunitario. Questo renderà possibile a tutti di alzare lo sguardo con speranza verso il domani”. 

La Lituania - ha concluso Francesco - continui “a generare ospitalità: ospitalità verso lo straniero, ospitalità verso i giovani, verso gli anziani - che sono la memoria viva - verso i poveri, in definitiva, ospitalità al futuro”.