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Papa Francesco, l' eutanasia si basa su una visione utilitaristica della persona

Parlando agli oncologi il Papa dice, quanta amarezza nel ragionamento di chi sceglie la morte

Papa Francesco e alcuni malati |  | padrejarek.pl Papa Francesco e alcuni malati | | padrejarek.pl

“La pratica dell’eutanasia, divenuta legale già in diversi Stati, solo apparentemente si propone di incentivare la libertà personale; in realtà essa si basa su una visione utilitaristica della persona, la quale diventa inutile o può essere equiparata a un costo, se dal punto di vista medico non ha speranze di miglioramento o non può più evitare il dolore”.

Papa Francesco lo ha detto ai membri dell’Associazione Italiana Oncologia Medica (AIOM) che ha ricevuto oggi in udienza a poche settimane dal Congresso nazionale.

Presenti anche alcuni pazienti una scelta ha detto il Papa che è un “messaggio forte e un segno eloquente non solo per il mondo della sanità, ma per tutta la società, chiamata a rinnovarsi in uno stile solidale e fraterno”.

La Associazione propone una “oncologia di precisione” che il Papa chiama “oncologia della misericordia, perché lo sforzo di personalizzare la cura rivela un’attenzione non solo alla malattia, ma al malato e alle sue caratteristiche, al modo in cui reagisce alle medicine, alle informazioni più dolorose, alla sofferenza”.

Per il Papa è invece importante “accompagnare il malato e i suoi cari in tutte le fasi del decorso, tentando di alleviarne le sofferenze mediante la palliazione, oppure offrendo un ambiente familiare negli hospice, sempre più numerosi, contribuisce a creare una cultura e delle prassi più attente al valore di ogni persona”.

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Papa Francesco incoraggia i medici: “ Non perdetevi mai d’animo per l’incomprensione che potreste incontrare, o davanti alla proposta insistente di strade più radicali e sbrigative. Se si sceglie la morte, i problemi in un certo senso sono risolti; ma quanta amarezza dietro a questo ragionamento, e quale rifiuto della speranza comporta la scelta di rinunciare a tutto e spezzare ogni legame!”. E aggiunge: “dobbiamo imparare a tradurre la speranza e darla nei casi limite”.

Il compito dei medici è un’ “opera di sensibilizzazione nei confronti di una società poco consapevole e a volte distratta”.

E a proposito di prevenzione dice il Papa, quella migliore “è quella di un ambiente sano e di uno stile di vita rispettoso del corpo umano e delle sue leggi. Come sappiamo, questo dipende non solo dalle scelte individuali, ma anche dai luoghi in cui si vive che, soprattutto nei grandi centri, sottopongono il fisico a uno stress continuo per i ritmi di vita e l’esposizione ad agenti inquinanti. Questo riporta la nostra attenzione alla cura dell’ambiente naturale, la nostra casa comune a cui dobbiamo rispetto, perché rispetti a sua volta noi. La tutela dell’ambiente e la lotta contro i tumori diventano, allora, due facce di uno stesso problema, due aspetti complementari di una medesima battaglia di civiltà e di umanità”.

Infine il Papa prega per i medici perché Gesù “ispiri ognuno a farsi vicino a chi soffre, ai piccoli anzitutto, e a mettere i deboli al primo posto, perché crescano una società più umana e relazioni improntate alla gratuità, più che all’opportunità”.