“Tutti noi abbiamo questa debolezza di vita, questa vulnerabilità. Ieri meditavo su questo: quello che accomuna tutti noi è la vulnerabilità, siamo uguali nella vulnerabilità. Tutti siamo vulnerabili e a un certo punto questa vulnerabilità ci porta alla morte. Per questo andiamo dal medico per vedere come va la mia vulnerabilità fisica, altri vanno per guarirsi qualche vulnerabilità psichica dallo psicologo”. Lo ha detto il Papa, nell’omelia pronunciata stamane durante la Messa celebrata a Santa Marta.

La vulnerabilità - osserva Francesco, secondo quanto riportato da Vatican News - ci ricorda che  “il Signore ci dice di essere preparati all’incontro, la morte è un incontro: è Lui che viene a trovarci, è Lui che viene a prenderci per mano e portarci con sè. Tutti siamo vulnerabili e tutti abbiamo una porta alla quale un giorno busserà il Signore”.

Dopo la morte - conclude il Pontefice - “di tutte le cose che noi abbiamo raccolto, che abbiamo risparmiato, lecitamente buone, non porteremo nulla. Ma porteremo l’abbraccio del Signore. Pensare alla propria morte: Nel calendario non è fissato ma il Signore lo sa. E pregare il Signore: Signore, preparami il cuore per morire bene, per morire in pace, per morire con speranza. È questa la parola che sempre deve accompagnare la nostra vita, la speranza di vivere con il Signore qui e poi vivere con il Signore da un’altra parte. Preghiamo gli uni per gli altri per questo”.