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Papa Francesco, la vera felicità non si ottiene seguendo i venditori di fumo e di morte

Papa Francesco guida la recita dell' Angelus  |  | Daniel Ibanez / Aci Group Papa Francesco guida la recita dell' Angelus | | Daniel Ibanez / Aci Group

Un invito a “riflettere sul senso profondo dell’avere fede, che consiste nel fidarci totalmente del Signore”.

Papa Francesco così ha commentato il Vangelo domenicale nella sua riflessione prima della preghiera dell’ Angelus.

“Si tratta- ha detto-  di abbattere gli idoli mondani per aprire il cuore al Dio vivo e vero”.Non ci sono soluzioni magiche per la felicità, il rischio è quello di “scivolare senza accorgersi nel peccato contro il primo comandamento: l’idolatria, sostituire Dio con un idolo”.

La chiamata di Gesù alla felicità, significa mettersi “dalla parte di Dio, del suo Regno, dalla parte di ciò che non è effimero ma dura per la vita eterna. Siamo felici se ci riconosciamo bisognosi davanti a Dio e se, come Lui e con Lui, stiamo vicino ai poveri, agli afflitti e agli affamati. Diventiamo capaci di gioia ogni volta che, possedendo dei beni di questo mondo, non ne facciamo degli idoli a cui svendere la nostra anima, ma siamo capaci di condividerli con i nostri fratelli”.

Per il Papa quindi “le Beatitudini di Gesù sono un messaggio decisivo, che ci sprona a non riporre la nostra fiducia nelle cose materiali e passeggere, a non cercare la felicità seguendo i venditori di fumo, che tante volte sono venditori di morte,i professionisti dell’illusione. Il Signore ci aiuta ad aprire gli occhi, ad acquisire uno sguardo più penetrante sulla realtà, a guarire dalla miopia cronica che lo spirito mondano ci contagia. Con la sua Parola paradossale ci scuote e ci fa riconoscere ciò che davvero ci arricchisce, ci sazia, ci dà gioia e dignità”.

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Dopo la preghiera mariana il Papa ha ricordato: “da giovedì a domenica prossima avrà luogo in Vaticano un incontro dei Presidenti di tutte le Conferenze Episcopali sul tema della protezione dei minori nella Chiesa. Invito a pregare per questo appuntamento, che ho voluto come atto di forte responsabilità pastorale davanti a una sfida urgente del nostro tempo”.