La vita non è un carnevale, è qualcosa di molto serio”. Lo ha detto il Papa nel videomessaggio inviato ai partecipanti al III Incontro Mondiale dei Giovani promosso dalla Fondazione “Scholas Occurrentes” insieme a World Ort che si chiude oggi a Buenos Aires. 

Francesco invita i giovani a porsi la domanda: “Chi sono io?”, è una domanda a cui non bisogna rispondere in fretta, ma è una domanda da tenere sempre in mente. “La nostra identità - spiega il Papa - non è un numero di fabbrica, non è una informazione che posso cercare su internet”, noi siamo qualcosa in divenire, stiamo camminando, ricorda Francesco. 

Il Papa sottolinea poi che l’identità ha una storia, proviene da una famiglia, da una città, da una comunità. “Non puoi parlare di identità senza parlare di appartenenza. Appartenere a qualcosa che mi trascende, qualcosa che è più grande di te. Il pericolo, così presente in questi tempi, è quando un'identità dimentica le sue radici, dimentica da dove viene, dimentica la sua storia, non si apre alla differenza dell'attuale coesistenza; vede l'altro con paura, lo vede come un nemico, ed è qui che inizia la guerra”.

L’identità - conclude il Papa -  non “elimina la differenza, ha bisogno in modo permanente dell'incontro con l’altro”, il dialogo con l’altro serve “per arricchirsi a vicenda”, è fratellanza.