Quando Gesù vide la folla affamata prima della moltiplicazione dei pani e dei pesci si commosse. "Il cuore di Dio, il cuore di Gesù si commosse, e vede, vede quella gente, e non può restare indifferente. L’amore è inquieto. L’amore non tollera l’indifferenza. L’amore ha compassione. Ma compassione significa mettere il cuore in gioco; significa misericordia. Giocare il proprio cuore verso gli altri: è questo l’amore. L’amore è mettere il cuore in gioco per gli altri". Lo ha detto il Papa, stamane, nell'omelia pronunciata durente la Messa a Santa Marta.

"Ai discepoli - ha aggiunto Francesco, secondo quanto diffuso da Vatican News - non interessava la gente: interessava Gesù, perché gli volevano bene. Non erano cattivi, erano indifferenti. Non sapevano cosa fosse amare. Non sapevano cosa fosse compassione. Non sapevano cosa fosse indifferenza. Hanno dovuto peccare, tradire il Maestro, abbandonare il Maestro, per capire il nocciolo della compassione e della misericordia. E Gesù, la risposta è tagliente: voi stessi date loro da mangiare. Prenditi carico di loro. Questa è la lotta fra la compassione di Gesù e l’indifferenza, l’indifferenza che si ripete nella storia sempre. Tante gente che è buona, ma non capisce i bisogni altrui, non è capace di compassione. È gente buona, forse perché non è entrato l’amore di Dio nel loro cuore o non lo hanno lasciato entrare".

"L’opposto più quotidiano all’amore di Dio, alla compassione di Dio - ha concluso il Papa - è l’indifferenza. Io sono soddisfatto, non mi manca nulla. Ho tutto, ho assicurato questa vita, e anche l’eterna, perché vado a Messa tutte le domeniche, sono un buon cristiano. Ma, uscendo dal ristorante, guardo da un’altra parte. Pensiamo: questo Dio che dà il primo passo, che ha la compassione, che ha misericordia e tante volte noi, il nostro atteggiamento è l’indifferenza. Preghiamo il Signore perché guarisca l’umanità, cominciando da noi: che il mio cuore guarisca da questa malattia che è la cultura dell’indifferenza".