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Papa Francesco: “Lo Spirito non è una cosa astratta, ma la Persona che ci cambia la vita”

Papa Francesco Pentecoste |  | Vatican Media / ACI Group
Papa Francesco Pentecoste | | Vatican Media / ACI Group
Papa Francesco, Messa di Pentecoste |  | Lucia Ballester / ACI Group
Papa Francesco, Messa di Pentecoste | | Lucia Ballester / ACI Group

Arriva lo Spirito Santo e le preoccupazioni svaniscono: ora gli Apostoli non hanno timore nemmeno davanti a chi li arresta; prima preoccupati di salvarsi la vita, ora non hanno più paura di morire; prima rinchiusi nel Cenacolo, ora annunciano a tutte le genti”. Papa Francesco nell’omelia per la Domenica di Pentecoste sottolinea come la vicenda dei discepoli sia stata “rinnovata dalla giovinezza dello Spirito”.

Il Papa celebra la Messa per la Domenica di Pentecoste in Piazza San Pietro. Sono tanti i fedeli pervenuti a Roma in questa calda domenica di giugno.

Lo Spirito non è, come potrebbe sembrare, una cosa astratta – dice il Papa nella sua omelia - è la Persona più concreta, più vicina, quella che ci cambia la vita. Come fa? Guardiamo agli Apostoli. Lo Spirito non ha reso loro le cose più facili, non ha fatto miracoli spettacolari, non ha tolto di mezzo problemi e oppositori. Lo Spirito ha portato nelle vite dei discepoli un’armonia che mancava, la sua, perché Egli è armonia”.

Lo Spirito è “armonia dentro l’uomo”. “Dentro, nel cuore i discepoli avevano bisogno di essere cambiati. La loro storia ci dice che persino vedere il Risorto non basta, se non Lo si accoglie nel cuore. Non serve sapere che il Risorto è vivo se non si vive da Risorti. Ed è lo Spirito che fa vivere e rivivere Gesù in noi, che ci risuscita dentro”, spiega Papa Francesco.

Il Papa mette in guardia: “Anziché cercare lo Spirito tentiamo di rimanere a galla, pensando che tutto andrà meglio se passerà quel guaio, se non vedrò più quella persona, se migliorerà quella situazione. Ma è rimanere in superficie: passato un problema ne arriverà un altro e l’inquietudine ritornerà”.

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“Si cerca la soluzione rapida, una pastiglia dietro l’altra per andare avanti, un’emozione dietro l’altra per sentirsi vivi – continua il Pontefice - Ma abbiamo soprattutto bisogno dello Spirito: è Lui che mette ordine nella frenesia. Egli è pace nell’inquietudine, fiducia nello scoraggiamento, gioia nella tristezza, gioventù nella vecchiaia, coraggio nella prova”.

Lo Spirito Santo non porta solo armonia dentro, ma anche fuori, tra gli uomini. “Siamo diversi, nella varietà delle qualità e dei doni. Lo Spirito li distribuisce con fantasia, senza appiattire, senza omologare. E, a partire da queste diversità, costruisce l’unità. Fa così, fin dalla creazione, perché è specialista nel trasformare il caos in cosmo, nel mettere armonia”, chiarisce ancora Francesco nell’omelia.

Francesco dunque conclude la sua omelia e questi due giorni – ieri la Messa Vespertina in Piazza San Pietro – dedicati allo Spirito Santo: “Lo Spirito è il bisogno primo e ultimo della Chiesa. Preghiamolo ogni giorno. Spirito Santo, armonia di Dio, Tu che trasformi la paura in fiducia e la chiusura in dono, vieni in noi. Dacci la gioia della risurrezione, la perenne giovinezza del cuore".