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Papa Francesco, misericordia e giustizia non sono alternativa ma camminano insieme

Il discorso del Papa per l' Apertura dell' Anno Giudiziario nello Stato della Città del Vaticano

Papa Francesco all' Apertura dell' Anno giudiziario  |  | Vatican Media
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Di fronte agli scenari contemporanei  "cresce in noi l’anelito alla pace e alla giustizia. Si rafforza nella nostra coscienza, fino a diventare imperativo, il bisogno di dare testimonianza per aiutare a costruire la pace e la giustizia". Papa Francesco lo ha detto presiedendo con una udienza l’inaugurazione del 94° Anno Giudiziario del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano. Tra gli ospiti presenti il Ministro della Giustizia italiano Carlo Nordio e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio italiano Alfredo Mantovano. Il Papa ha salutato il Presidente del Tribunale vaticano , Giuseppe Pignatone, e il Promotore di Giustizia, Alessandro Diddi, insieme a tutti i magistrati Magistrati.

Papa Francesco, dopo un excursus biblico sul rapporto tra pace e giustizia, che è una virtù affidata "alla responsabilità di quanti sono impegnati nell’ambito giudiziario, per consentire il ristabilimento della pace violata fra i diversi soggetti della comunità in contesa fra loro e in seno alla comunità" ricorda l'aumento dei processi civili dello Stato della Città del Vaticano. "Il problema- dice il Papa-  non sono i processi, ma i fatti e i comportamenti che li determinano e li rendono dolorosamente necessari. Infatti, tali comportamenti, da parte di membri della Chiesa, nuocciono gravemente alla sua efficacia nel riflettere la luce divina".

Ma il mandato della Chiesa è la misericordia di Dio, e "con questo atteggiamento di misericordia e di vicinanza siamo chiamati a guardare i fratelli e le sorelle, soprattutto quando sono in difficoltà, quando sbagliano, quando sono sottoposti alla prova del giudizio" dice il Papa e conclude che la prova del giudizio "a volte è necessaria, quando si tratta di accertare condotte che offuscano il volto della Chiesa e destano scandalo nella comunità dei fedeli". Serve un "rigoroso discernimento" e un "prudente ricorso al canone dell’equità, che può favorire la ricerca del necessario equilibrio fra giustizia e misericordia. Misericordia e giustizia non sono alternative ma camminano insieme, procedono in equilibrio verso lo stesso fine, perché la misericordia non è la sospensione della giustizia, ma il suo compimento". Infine il Papa dice: "la via della giustizia rende possibile una fraternità in cui tutti sono tutelati, specialmente i più deboli".

Nel suo indirizzo di saluto il Promotore di Giustizia Alessandro Diddi ha ritenuto "importante confermare l’impegno assunto dall’Ufficio che rappresento, di lavorare con sobrietà e riservatezza, anteponendo sempre, nelle attività che è chiamato a svolgere, i valori sui quali Lei, Padre Santo, ci invita costantemente a riflettere, schivando i condizionamenti derivanti dai pregiudizi e dalle seduzioni mediatiche".

 

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