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Papa Francesco nella Repubblica democratica del Congo per riconciliare in Cristo

Un medico racconta l'attesa della popolazione e le sofferenze della guerra

Papa Francesco celebra la messa con la comunità congolese a Roma nel 2019 |  | Vatican Media Papa Francesco celebra la messa con la comunità congolese a Roma nel 2019 | | Vatican Media

Da oltre 25 anni la popolazione civile della Repubblica democratica del Congo è preda di guerre e bande armate, che hanno causato tra 12.000.000 e 15.000.000 di morti civili: nell’area orientale della Repubblica, nella regione del Nord e Sud Kivu, si può restare vittima delle bande armate nell’indifferenza generale.

In questa situazione papa Francesco,accogliendo l’invito dei rispettivi Capi di Stato e dei Vescovi, tra qualche giorno farà il viaggio apostolico nella Repubblica Democratica del Congo dal 31 gennaio al 3 febbraio, visitando la città di Kinshasa, e, insieme all’arcivescovo di Canterbury e al moderatore dell’Assemblea Generale della Chiesa di Scozia, il pellegrinaggio ecumenico di pace in Sud Sudan dal 3 al 5 febbraio, recandosi a Juba.

‘Tutti riconciliati in Gesù Cristo’ è il tema del viaggio apostolico nella Repubblica Democratica del Congo, anche se la ‘tappa’ nello Stato africano sarà meno ambiziosa di quanto previsto, perché il papa aveva inizialmente programmato di visitare anche Goma, nel Nord Kivu, nel Congo orientale, ma poiché la violenza continua a devastare alcune parti della provincia, la tappa è stata annullata, anche se nel pomeriggio del 1° febbraio incontrerà a Kinshasa le vittime delle violenze nell’est del Paese e i rappresentanti di alcune associazioni caritative.

A Christian Mavindi, medico nella regione di Mayumbé, chiediamo di raccontarci l’attesa della gente per questo viaggio del papa nella Repubblica democratica del Congo: “La visita di papa Francesco nella Repubblica democratica del Congo porterà nuova vita, un nuovo soffio di vita ai congolesi che lo attendono con grande cuore. La più grande attesa è la mediazione dal Papa Francesco nel conflitti armati e guerre crudele all’Est dal Congo. La popolazione congolese ha bisogno di sentire un messaggio di speranza e conforto davanti ai molti problemi ed alla dura realtà del Paese”.

Il motto del viaggio è ‘Tutti riconciliati in Gesù Cristo’: come sarà possibile la sua realizzazione?

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“La pace e la riconciliazione sono possibile solo se ognuno di noi si impegna davvero, se ognuno di noi mette da parte il suo egocentrismo, se cerchiamo tutti l'interesse comune che è la nostra patria...se crediamo in Cristo! Il problema nostro è questo ‘davvero’ perché siamo troppo falsi, incoerenti e contradditori”.

‘Il mondo non può continuare a rimanere in silenzio’. Nel colloquio con papa Francesco il ginecologo congolese Denis Mukwege ha lanciato un grido di aiuto per il suo popolo: quale è l’atteggiamento dei Paesi occidentali?

“Denis Mukwege, ginecologo e attivista per i diritti umane ha lasciato un grido per chiedere sostegno alla comunità internazionale davanti ingiustizie, guerra confusionaria e crisi regionale all'Est dal Congo. Il dott. Mukwege ha ricevuto innumerevoli minacce ed è stato anche vittima di alcuni attentati.  Ora, l’atteggiamento dei Paesi occidentale è una mediazione internazionale perche cessi la guerre in Congo. Tuttavia, la guerra continua con tanti morti: migliaia di persone sono costretti a lasciare le loro villaggi e scappare via. Nell’Est del Congo, gli stupri e le mutilazioni sono armi strategiche usate dalle ribelli. Colpendo le donne, i ribelli distruggono le famiglie e quindi le strutture sociali ed economiche di base. Anche i gruppi dei ribelli uccidono ogni giorni la popolazione senza pietà per rubare i minerali (oro, coltan, cobalto....) senza nessuna sanzione internazionale.. E’ la triste realtà”.

In quale modo è possibile la riconciliazione?

“La riconciliazione è possibile attraverso il dialogo, con la mediazione e nell’ascolto degli altri”.

E’ possibile far cessare la guerra?

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“Purtroppo, la guerra non avrà fine perché il sistema capitalistico instaurato in Repubblica Democratica del Congo è mantenuto da un livello internazionale. Con più di 6.000.000 di morti questa guerra crudele potrà cessare solo se intervengono le democrazie occidentali e sopratutto se si dispongono le istituzione democratiche”.

Allora, la pace è una chimera?

“La pace per chi vuole in questo periodo, la trova a casa, rivedendo tutte le proprie carte con la sua vita di relazione e con se stesso, e con Dio. Anche, Dio sta parlando ad ogni famiglia. ad ogni individuo, chi non vuole ascoltare”.

Quale ruolo svolge la Chiesa per portare la pace nel Paese?

“La Chiesa ha un ruolo importante per la pace ma il vero ruolo è quello di soffrire con il popolo che soffre cioè camminare con la popolazione quotidianamente per portare pace e speranza”.