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Papa Francesco: "Ogni ingiustizia colpisce anzitutto i più poveri"

Papa Francesco |  | Daniel Ibanez CNA Papa Francesco | | Daniel Ibanez CNA

“Costituite una grande famiglia: una famiglia aperta a tutti coloro che vogliano impegnarsi per il bene comune a partire dai vostri principi; una famiglia che vorrebbe coinvolgere e accogliere ogni cittadino, per diffondere una cultura della legalità, del rispetto e della sicurezza. Senza questi fondamenti, nessun contesto sociale può conseguire il bene comune, ma diventerà presto o tardi un groviglio di interessi personali, slegati l’uno dall’altro, anzi contrapposti”. Lo ha detto il Papa, stamane, rivolgendosi all’Associazione Nazionale della Polizia di Stato ricevuta in udienza.

“Il bene di una società, - ha sottolineato Francesco - non è dato dal benessere della maggioranza, o dal rispetto dei diritti di quasi tutti.  Esso è dato, invece, dal bene della collettività quale insieme di persone, così che, finché qualcuno soffre, tutte le membra soffrono con lui. Quando vengono a mancare la legalità e la sicurezza, sono i più deboli i primi a essere danneggiati, perché hanno meno mezzi per difendersi e provvedere a sé stessi”.

Il Pontefice ha inoltre ricordato che “ogni ingiustizia colpisce anzitutto i più poveri, e tutti coloro che in vario modo possono dirsi ultimi. Ultimi, nel nostro mondo, sono coloro che lasciano la loro terra a causa della guerra e della miseria, e devono ripartire da zero in un contesto del tutto nuovo; ultimi sono coloro che hanno perso la casa e il lavoro, e faticano a mantenere la loro famiglia; ultimi sono coloro che vivono emarginati e ammalati, o sono vittime di ingiustizie e soprusi. A tutti costoro voi vi fate prossimi quando cercate di prevenire il crimine e vi adoperate nel contrasto al bullismo e alle truffe; quando mettete a disposizione il vostro tempo e le vostre energie nella formazione dei giovani e nella vigilanza presso le scuole, nella tutela del territorio e del patrimonio artistico; nell’organizzazione di convegni e nella formazione a una cittadinanza più attiva e consapevole”.

Il Papa ha voluto ringraziare la Polizia “per il messaggio di condivisione e solidarietà che trasmettete, in un impegno spesso nascosto. Fatevi sempre più promotori di questa amorevole cura delle persone, che rappresenta la sintesi dei vostri stessi ideali, sapendo che essa è in grado di generare relazioni nuove e di dare vita a un ordine più giusto. Col vostro impegno infatti voi contribuite a immettere, nell’impasto della società, il fermento dell’uguaglianza e della fraternità, che non manca mai di produrre il suo frutto”.

“L’immissione dei valori della solidarietà e della pace, che trovano nella Persona e nel messaggio di Gesù il loro vertice” - ha concluso il Papa - sono “capaci di rinnovare le relazioni interpersonali e sociali. È proprio ciò che auspichiamo per il nostro tempo, sapendo che quando mettiamo in pratica la carità, essa cambia il mondo e la storia, anche se non ci accorgiamo subito dei suoi effetti”.

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