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Papa Francesco: “Porto con me il dolore del popolo ucraino”

Al termine dell’udienza generale, Papa Francesco rinnova l’appello per il cessate il fuoco in Ucraina

Papa Francesco | Papa Francesco durante l'udienza generale  | Vatican Media / YouTube Papa Francesco | Papa Francesco durante l'udienza generale | Vatican Media / YouTube

Ancora un appello per l’Ucraina da parte di Papa Francesco. A seguito della nuova offensiva russa, che è arrivata a toccare di nuovo città risparmiate da mesi dai bombardamenti come Kyiv e Lviv (Leopoli), il Papa prega perché cessi la violenza e si ricostruisca “una convivenza pacifica nella giustizia”.

“In questi giorni – ha detto Papa Francesco al termine dell’udienza generale - il mio cuore è sempre rivolto al popolo ucraino, specialmente agli abitanti delle località sulle quali si sono accaniti i bombardamenti”.

Il Papa ha aggiunto di portare in sé il dolore di questi abitanti, e di presentare il dolore al Signore che “sempre ascolta il grido di chi soffre”.

Papa Francesco ha pregato anche che Dio “possa trasformare i cuori di quanti hanno in mano le sorti della guerra, perché cessino la violenza e si possa ricostruire una convivenza pacifica nella giustizia”.

Dopo l’Angelus completamente dedicato interamente alla situazione ucraina, Papa Francesco continua il suo impegno per la pace. È di ieri la notizia che il Papa parteciperà anche il prossimo 25 ottobre alla cerimonia finale al Colosseo dell’incontro internazionale “Il Grido della pace. Religioni e Culture in Dialogo”.

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L’evento, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, è il 36esimo nello “spirito di Assisi”, in ricordo dell’incontro di Assisi del 27 ottobre 1986.

Papa Francesco presiederà al Colosseo alle 16.30 la preghiera dei cristiani, cui si uniranno rappresentanti delle Chiese e delle comunità cristiane. Alle 17 il Papa e gli altri leader religiosi si soffermeranno per un momento di riflessione.

Sarà poi data lettura dell’appello di pace che i rappresentanti delle religioni consegneranno poi a un gruppo di bambini. Saranno questi ultimi, a loro volta, che lo affideranno ad ambasciatori e rappresentanti della politica nazionale ed internazionale.