Il vescovo deve essere un uomo di preghiera perchè questa è "la consolazione che un vescovo ha nei momenti brutti". Lo ha detto il Papa, stamane, nell'omelia della Messa celebrata a Santa Marta.

"Il vescovo che ama Gesù - ha aggiunto il Pontefice secondo quanto riporta Vatican News - non è un arrampicatore che va avanti con la sua vocazione come fosse una funzione, forse guardando a un’altra possibilità di andare avanti e di andare su: no. Il vescovo si sente scelto. E ha proprio la certezza di essere stato scelto. Ha l’umiltà. Perché lui, quando si sente scelto, sente lo sguardo di Gesù sulla propria esistenza e questo gli dà la forza".

Il vescovo - ha detto ancora Francesco - non deve restare lontano dal popolo e "non usa atteggiamenti che lo portano a essere distante dal popolo; il vescovo tocca il popolo e si lascia toccare dal popolo. Non va a cercare rifugio dai potenti, dalle élite: no. Saranno le élite a criticare il vescovo; il popolo ha questo atteggiamento di amore verso il vescovo, e ha questa – come fosse – questa unzione speciale: conferma il vescovo nella vocazione".

Il Papa traccia dunque l'identikit del buon vescovo, facendo poi un riferimento all'attualità: bisogna ricordare tutto ciò - ha concluso - "in questi tempi in cui sembra che il Grande Accusatore si sia sciolto e ce l’abbia con i vescovi: ci sono, tutti siamo peccatori, noi vescovi. Cerca di svelare i peccati, che si vedano, per scandalizzare il popolo. Il Grande Accusatore che, come lui stesso dice a Dio nel primo capitolo del Libro di Giobbe, gira per il mondo cercando come accusare. La forza del vescovo contro il Grande Accusatore è la preghiera e l’umiltà di sentirsi scelto e rimanere vicino al popolo di Dio, senza andare verso una vita aristocratica che gli toglie questa unzione. Preghiamo, oggi, per i nostri vescovi: per me, per questi che sono qui davanti e per tutti i vescovi del mondo".