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Papa Francesco, testimonianza, distacco e profezia, il congedo di un vescovo

Le esequie di Léon Kalenga Badikebele |  | Vatican Media Le esequie di Léon Kalenga Badikebele | | Vatican Media

Il pastore “si congeda con la propria testimonianza”, così Papa Francesco nella messa di esequie questa mattina ha salutato Léon Kalenga Badikebele nunzio in Argentina morto lo scorso 12 giugno alla vigilia dell’ incontro che Francesco aveva voluto con i nunzi di tutto il mondo.

Dire addio al fratello significa lasciarlo andare da Dio. Significa lasciarlo tra le mani del Signore, che sono le più belle mani perché “piagate di amore”.

Il pastore si congeda facendo vedere che la sua vita è una vita di obbedienza a Dio: “Ed ecco dunque costretto dallo Spirito io vado da un’altra parte. C’è lo Spirito che mi ha portato e che mi porta”

C’ anche il dolore del distacco ma  chi “è abituato a non essere attaccato ai beni di questo mondo, a non essere attaccato alla mondanità” l’affronta in modo diverso ed è come se dicesse: “Vegliate sui voi stessi, su tutto il gregge. Vegliate, lottate. Siete adulti, vi lascio soli. Andate avanti”.

Infine il congedo è profezia e il pastore mostra il cammino, indica come difendersi, esorta ad essere attenti perché dopo la sua partenza “verranno lupi rapaci” e dice : “adesso vi affido a Dio”.

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Il Papa ha portato ad esempio San Paolo e Gesù che  ci dice: “vado a prepararvi un posto”. La vita, ha affermato il Papa, “insegna a congedarsi”, a compiere dei piccoli passi prima del grande congedo finale: “Che il Signore ci dia a tutti noi questa grazia: imparare a congedarci, che è una grazia del Signore”.