"Voi salesiani siete fortunati perché il vostro fondatore, Don Bosco, non era un santo dalla faccia da venerdì santo, triste, musone... Ma piuttosto da domenica di Pasqua. Era sempre gioioso, accogliente, nonostante le mille fatiche e le difficoltà che lo assediavano quotidianamente. Non a caso per lui la santità consisteva nello stare molto allegri. Possiamo definirlo quindi un portatore sano di quella gioia del Vangelo che ha proposto al suo primo grande allievo, San Domenico Savio, e a voi tutti salesiani, come stile autentico e sempre attuale della misura alta della vita cristiana". Sono le parole di Papa Francesco, contenute nella prefazione - riportata dal quotidiano Avvenire - scritta dal Pontefice al volume “Evangelii gaudium con don Bosco” curato da Antonio Carriero.

Don Bosco - scrive il Papa - ha lavorato "nella periferia sociale ed esistenziale. Portava la gioia e la cura del vero educatore a tutti i ragazzi che strappava dalle strade. È lo stesso clima di gioia e di famiglia che ho avuto la fortuna di vivere e gustare anche io da ragazzo frequentando la sesta elementare al Colegio Wilfrid Barón de los Santos Ángeles, a Ramos Mejía. I salesiani mi hanno formato alla bellezza, al lavoro e a stare molto allegro e questo è un carisma vostro".

Il Papa ringrazia i salesiani per averlo "aiutato a crescere senza paura, senza ossessioni. Ad andare avanti nella gioia e nella preghiera". Ribadendo quanto espresso a Valdocco nel giugno 2015, Francesco raccomanda alla famiglia salesiana i "tre amori bianchi di Don Bosco: la Madonna, l’Eucaristia e il Papa".

Il salesiano oggi - prosegue il Pontefice - deve essere "un uomo concreto, che sa guardarsi attorno, vede le situazioni critiche e i problemi, li affronta, li analizza e prende decisioni coraggiose. È chiamato ad andare incontro a tutte le periferie del mondo e della storia, le periferie del lavoro e della famiglia, della cultura e dell’economia, che hanno bisogno di essere guarite. Il salesiano è un educatore che abbraccia le fragilità dei ragazzi che vivono nell'emarginazione e senza futuro, si china sulle loro ferite e le cura come un buon samaritano. Il salesiano è anche ottimista per natura, sa guardare i ragazzi con realismo positivo. Il salesiano è, infine, portatore della gioia, quella che nasce dalla notizia che Gesù Cristo è risorto ed è inclusiva di ogni condizione umana. Dio infatti non esclude nessuno".