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Papa Francesco ai politici cattolici, "Servono leader preparati per il bene comune"

Udienza ai partecipanti all’incontro dell’International Catholic Legislators Network. Il tema delle nuove tecnologie

Papa Francesco | Papa Francesco ascolta Christiaan Altig von Gesau, presidente dell'International Catholic Legislators Network c ricevuto in udienza il 27 agosto | Vatican Media / ACI Group Papa Francesco | Papa Francesco ascolta Christiaan Altig von Gesau, presidente dell'International Catholic Legislators Network c ricevuto in udienza il 27 agosto | Vatican Media / ACI Group

Incontrando i parlamentari e legislatori cattolici di tutto il mondo, Papa Francesco invita loro anche a regolamentare l’uso delle tecnologie in favore del bene comune, e sottolinea che proprio il bene comune deve essere l’obiettivo di una buona politica. Perché, aggiunge, servono cittadini responsabili, ma anche leader responsabili che sappiano orientare le scelte in favore di tutti.

Come ogni anno, l’International Catholic Legislators Network tiene un incontro a porte chiuse a Frascati, alle porte di Roma. Si tratta di un network di parlamentari cattolici di tutto il mondo nato nel 2010 con il patrocinio dell’arcivescovo di Vienna, il cardinale Christoph Schönborn, e di David Alton, membro cattolico della Camera dei Lord del Regno Unito. Il tema dell’incontro di quest’anno è “Scienza. Tecnologia e futuro della libertà e della democrazia: delineare la nostra visione per vivere in dignità e libertà”. Tra i relatori di quest'anno, anche il Patriarca Ephrem della Chiesa siro-ortodossa

Nel suo discorso, Papa Francesco ricorda il “contesto difficile” in cui avviene l’incontro, con l’accanimento della pandemia, che ha visto “duecento milioni di casi confermati e quattro milioni di morti”. In questo contesto “il vostro ruolo di parlamentari è quanto mai importante”, perché “ora siete chiamati a collaborare, attraverso la vostra azione politica, a rinnovare integralmente le vostre comunità e la società intera. Non solo per sconfiggere il virus, e nemmeno per tornare allo status quo antecedente la pandemia, sarebbe una sconfitta, ma per affrontare le cause profonde che la crisi ha rivelato e amplificato: la povertà, la disuguaglianza sociale, l’estesa disoccupazione e le mancanze di accesso all’educazione”. 

Aggiunge Papa Francesco: "Da una crisi non si esce uguali. Usciremo o migliori o peggiori. Da una crisi non si esce da soli. Usciremo insieme, o non potremo uscire".

Papa Francesco nota che in quest’epoca di “perturbazione e polarizzazione politica”, parlamentari e politici cattolici “non sono tenuti in grande stima”, e questo “non è nuovo”, ma invita loro a continuare a lavorare per il bene comune, e in particolare proprio affrontando il tema dell’amministrazione della tecnologia.

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È vero che “le meraviglie della scienza e della tecnologia moderna hanno aumentato la nostra qualità di vita”, ma “abbandonate a loro stesse e alle sole forze del mercato, senza gli opportuni orientamenti impressi dalle assemblee legislative e delle altre pubbliche autorità guidate dal senso di responsabilità sociale, queste innovazioni possono minacciare la dignità dell’essere umano”.

Papa Francesco sottolinea che non si tratta di “frenare il progresso tecnologico”, ma piuttosto di “proteggere la dignità umana quando viene minacciata”, come per esempio succede con “la piaga della pornografia minorile, lo sfruttamento dei dati personali, gli attacchi alle infrastrutture critiche come gli ospedali, le falsità diffuse tramite i social”.

Afferma Papa Francesco: “Una legislazione attenta può e deve guidare l’evoluzione e l’applicazione della tecnologia per il bene comune”. Per questo, il Papa chiede di “assumere il compito di una seria e approfondita riflessione morale sui rischi e le opportunità insiti nel progresso scientifico e tecnologico, affinché la legislazione e le norme internazionali che li regolano possano concentrarsi sulla promozione dello sviluppo umano integrale e della pace, piuttosto che sul progresso fine a sé stesso”.

Certo, concede il Papa, i parlamentari “rispecchiano i punti di forza e di debolezza di quanti rappresentano, ciascuno con specificità da mettere a servizio del bene di tutti”, e non si può fare a meno dell’impegno dei cittadini. Ma, aggiunge, “per guarire il mondo, duramente provato dalla pandemia, e per costruire un futuro più inclusivo e sostenibile in cui la tecnologia serva i bisogni umani e non ci isoli l’uno dall’altro, c’è bisogno non solo di cittadini responsabili ma anche di leaders preparati e animati dal principio del bene comune”.