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Parolin, il digiuno eucaristico della pandemia ha dato vita a nuova creatività pastorale

Il messaggio inviato a nome del Papa per la 71a Settimana Liturgica Nazionale, che si apre oggi a Cremona

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“La triste esperienza del “digiuno” liturgico dello scorso anno, di riscontro, ha fatto risaltare la bontà del molto cammino compiuto a partire dal Concilio Vaticano II, sulla via tracciata dalla Costituzione Sacrosanctum Concilium. Il tempo di privazione ha consentito di avvertire «l’importanza della divina liturgia per la vita dei cristiani, i quali trovano in essa quella mediazione oggettiva richiesta dal fatto che Gesù Cristo non è un’idea o un sentimento, ma una Persona vivente, e il suo Mistero un evento storico”. 

E’ quanto scrive a nome del Papa il cardinale Parolin nel messaggio per la 71a Settimana Liturgica Nazionale, che si apre oggi a Cremona, letto da monsignor Maniago all’apertura dell’evento. 

Una settimana di studio all’insegna dei problemi causati dalla pandemia che rimette al centro il tema “sul convenire in unum dei discepoli del Signore per dare attuazione al suo comando “fate questo in memoria di me” (Lc 22, 19c): «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome» (Mt 18, 20)”.

Il messaggio ricorda come “Il settimanale radunarsi nel «nome del Signore», che sin dalle origini è stato avvertito dai cristiani come una realtà irrinunciabile e indissolubilmente legata alla propria identità, è stato duramente intaccato durante la fase più acuta del propagarsi della pandemia” ma la creatività pastorale ha trovato nuove vie. “È stata un’attesa dura e sofferta, illuminata dal mistero della Croce del Signore e feconda di tante opere di cura, di amore fraterno e di servizio alle persone che più hanno sofferto le conseguenze dell’emergenza sanitaria”.

Ma la situazione della pandemia ha messo in luce la questione di fondo, cioè come “ come nella vita reale delle persone sia mutata la percezione stessa del tempo e, di conseguenza, della stessa domenica, dello spazio, con ricadute sul modo di essere e di sentirsi comunità, popolo, famiglia e del rapporto con un territorio. L’assemblea domenicale viene così a ritrovarsi sbilanciata sia per presenze generazionali, sia per disomogeneità culturali, sia per la fatica a trovare un’armonica integrazione nella vita parrocchiale, ad essere veramente culmine di ogni sua attività e fonte del dinamismo missionario per portare il Vangelo della misericordia nelle periferie geografiche ed esistenziali”.

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Riflettere sulla pastorale delle assemblee domenicali serve a “suggerire alcune linee di pastorale liturgica da offrire alle parrocchie, perché la domenica, l’assemblea eucaristica, i ministeri, il rito emergano da quella marginalità verso la quale sembrano inesorabilmente precipitare e recuperino centralità nella fede e nella spiritualità dei credenti”. 

E conclude Parolin: “Fa ben sperare in questa direzione la recente pubblicazione della terza edizione del Messale Romano e la volontà dei Vescovi italiani di accompagnarla con una robusta ripresa della formazione liturgica del popolo santo di Dio”.