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Pasqua, Papa Francesco: “Gesù Risorto non è un personaggio superato”

Papa Francesco nell'omelia della Veglia pasquale: "E' possibile ricominciare sempre, perché c’è una vita nuova che Dio è capace di far ripartire in noi al di là di tutti i nostri fallimenti"

Papa Francesco presiede la Veglia Pasquale  |  | © EWTN News/Daniel Ibáñez/Vatican Pool
Papa Francesco presiede la Veglia Pasquale | | © EWTN News/Daniel Ibáñez/Vatican Pool
Papa Francesco presiede la Veglia Pasquale  |  | © EWTN News/Daniel Ibáñez/Vatican Pool
Papa Francesco presiede la Veglia Pasquale | | © EWTN News/Daniel Ibáñez/Vatican Pool

Papa Francesco ha presieduto all’Altare della Cattedra della Basilica Vaticana la solenne Veglia Pasquale. A causa delle restrizioni sanitarie imposte per la pandemia non hanno avuto luogo i battesimi né la preparazione del Cero pasquale.  

Lo stupore delle donne giunte al sepolcro di Gesù “è un timore misto a gioia. È la meraviglia di ascoltare quelle parole: non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto. E poi quell’invito: Egli vi precede in Galilea, là lo vedrete”. Così il Papa nell’omelia pronunciata dopo la lettura del Vangelo.

“Accogliamo anche noi – ha esortato il Pontefice - l’invito di Pasqua: andare in Galilea significa ricominciare. Per i discepoli è ritornare nel luogo dove per la prima volta il Signore li ha cercati e li ha chiamati a seguirlo. Eppure, pur stando sempre con Lui, non lo hanno compreso fino in fondo, spesso hanno frainteso le sue parole e davanti alla croce sono scappati, lasciandolo solo. Malgrado questo fallimento, il Signore Risorto si presenta come Colui che li precede in Galilea; sta davanti a loro. Li chiama e li richiama a seguirlo, senza mai stancarsi. Il Risorto sta dicendo loro: ripartiamo da dove abbiamo iniziato. Ricominciamo. Vi voglio nuovamente con me, nonostante e oltre tutti i fallimenti”.

La Pasqua è l’occasione – ha aggiunto Francesco – per imparare “lo stupore dell’amore infinito del Signore, che traccia sentieri nuovi dentro le strade delle nostre sconfitte. Ecco il primo annuncio di Pasqua: è possibile ricominciare sempre, perché c’è una vita nuova che Dio è capace di far ripartire in noi al di là di tutti i nostri fallimenti. Anche dalle macerie del nostro cuore Dio può costruire un’opera d’arte, anche dai frammenti rovinosi della nostra umanità Dio prepara una storia nuova. Egli ci precede sempre: e in questi mesi bui di pandemia sentiamo il Signore risorto che ci invita a ricominciare, a non perdere mai la speranza”.

Nello stesso tempo – ha sottolineato ancora il Papa – dobbiamo “percorrere vie nuove, muoversi nella direzione contraria al sepolcro. Le donne cercano Gesù alla tomba, vanno cioè a fare memoria di ciò che hanno vissuto con Lui e che ora è perduto per sempre. Vanno a rimestare la loro tristezza. È l’immagine di una fede che è diventata commemorazione di un fatto bello ma finito, solo da ricordare. Tanti vivono la fede dei ricordi, come se Gesù fosse un personaggio del passato, un amico di gioventù ormai lontano, un fatto accaduto tanto tempo fa. Una fede fatta di abitudini, che non mi tocca più, non mi interpella più. Andare in Galilea, invece, significa imparare che la fede, per essere viva, deve rimettersi in strada. Deve ravvivare ogni giorno l’inizio del cammino, lo stupore del primo incontro. E poi affidarsi, senza la presunzione di sapere già tutto, ma con l’umiltà di chi si lascia sorprendere dalle vie di Dio, oggi il Signore ci invita a lasciarci sorprendere”.

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Dio – è il monito del Papa – “non può essere sistemato tra i ricordi dell’infanzia ma è vivo, sorprende sempre. Risorto, non finisce mai di stupirci. Ecco il secondo annuncio di Pasqua: la fede non è un repertorio del passato, Gesù non è un personaggio superato. Egli è vivo, qui e ora. Cammina con te ogni giorno, nella situazione che stai vivendo. Apre vie nuove dove ti sembra che non ci siano, ti spinge ad andare controcorrente rispetto al rimpianto e al già visto. Anche se tutto ti sembra perduto, apriti con stupore alla sua novità: ti sorprenderà. Andare in Galilea significa, inoltre, andare ai confini”.

La Galilea in definitiva “è il luogo della vita quotidiana, sono le strade che percorriamo ogni giorno in cui il Signore ci precede e si rende presente, proprio nella vita di chi ci passa accanto e condivide con noi il tempo, la casa, il lavoro, le fatiche e le speranze. In Galilea impariamo che possiamo trovare il Risorto nel volto dei fratelli, nell’entusiasmo di chi sogna e nella rassegnazione di chi è scoraggiato, nei sorrisi di chi gioisce e nelle lacrime di chi soffre, soprattutto nei poveri e in chi è messo ai margini. Ci stupiremo di come la grandezza di Dio si svela nella piccolezza, di come la sua bellezza splende nei semplici e nei poveri”.

Ecco – ha concluso Papa Francesco - il terzo annuncio di Pasqua: Gesù, il Risorto, ci ama senza confini e visita ogni nostra situazione di vita. Egli ha piantato la sua presenza nel cuore del mondo e invita anche noi a superare le barriere, vincere i pregiudizi, avvicinare chi ci sta accanto ogni giorno, per riscoprire la grazia della quotidianità. Riconosciamolo presente nelle nostre Galilee, nella vita di tutti i giorni. Con Lui, la vita cambierà. Perché oltre tutte le sconfitte, il male e la violenza, oltre ogni sofferenza e oltre la morte, il Risorto vive e conduce la storia”.