Advertisement

Patriarca Moraglia: “Come San Marco incontriamo il Vangelo e restiamo fedeli a Gesù”

Il Patriarca Moraglia celebra la Messa nella solennità di San Marco, patrono di Venezia, Venezia,  |  | Twitter @LuigBrugnaro Il Patriarca Moraglia celebra la Messa nella solennità di San Marco, patrono di Venezia, Venezia, | | Twitter @LuigBrugnaro

L’Evangelista Marco ha voluto trasmettere alla Chiesa il Vangelo, affinché i discepoli di ogni epoca, frequentando tale scuola, potessero incontrare personalmente Gesù Cristo e rimanergli fedeli. Oggi a ricordarci in modo drammatico quanto siano impegnative le parole del Vangelo ci sono le immagini del sacrificio di tanti fratelli e sorelle di fede che, insieme ad altre persone, hanno trovato la morte negli attentati che hanno insanguinato lo Sri Lanka”. È questo il cuore dell’omelia del Patriarca di Venezia Francesco Moraglia durante la Messa presieduta nella basilica cattedrale di S. Marco, alla presenza dei fedeli e delle autorità civili e militari della comunità lagunare, nella solennità dedicata dell’evangelista patrono di Venezia e delle genti venete.

Negli attentati dello Sri Lanka nel giorno di Pasqua sono morte circa 350 persone tra donne, uomini e tanti bambini. “Tali vicende – dice il Patriarca - non possono lasciare indifferenti noi, figli spirituali dell’evangelista Marco e abitanti di una città Venezia che da sempre è sinonimo di incontro e dialogo con tutto il mondo, chiamati a seguire più fedelmente e seriamente il Cristo Signore e, quindi, a costruire ogni giorno una convivenza sempre più cordiale e pacifica, ordinata al bene, alla giustizia e alla verità”.

“Il Vangelo di Marco – continua Moraglia nell’omelia - ci introduce nelle profondità del mistero di Cristo attraverso un cammino ecclesiale. La festa dell’Evangelista sia, quindi, occasione per entrare in un rapporto più vivo con Gesù, come fu per altri prima di noi”.

Il Patriarca di Venezia ribadisce nella sua omelia che Gesù “è l’umanità di Dio, qualcosa che sfugge alle possibilità dell’uomo. Gesù Cristo, ovvero il Vangelo, è Colui al quale ci si avvicina con la propria storia, le proprie ferite, la propria fragile volontà di bene”.

Monsignor Moraglia conclude con una riflessione la sua omelia nel giorno dedicato a San Marco: “Tutto nasce da discepoli che hanno un cuore desideroso di conversione, disposti a un cammino che conduca al cuore stesso del Vangelo attraverso la conversione; ciò che viene prima di ogni altra cosa è porre la propria vita a servizio del Regno, ossia di Gesù. Marco, col suo Vangelo, afferma con grande forza che l’unico atteggiamento per incontrare realmente Gesù è entrare nel suo mistero e abitarvi”.

Advertisement