A pochi mesi dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Papa Pio XI non si arrendeva all’idea di un nuovo conflitto e il 29 settembre di 80 anni fa, attraverso la radio, si rivolgeva ai cattolici e al mondo intero nel “radiomessaggio di San Michele”.

“Mentre milioni di uomini - esordiva Pio XI - vivono ancora in ansia per l’incombente pericolo di guerra e per la minaccia di stragi e rovine senza esempio, invitiamo Vescovi, Clero, Religiosi, fedeli ad unirsi a Noi nella più fiduciosa insistente preghiera per la conservazione della pace nella giustizia e nella carità”. 

“A questa inerme ma invincibile potenza della orazione - aggiungeva Papa Ratti - ricorra ancora una volta il popolo fedele, affinché quel Dio, nelle cui mani sono le sorti del mondo, sostenga specialmente in questi momenti nei Governanti la fiducia nelle vie pacifiche di leali trattative e di accordi duraturi ed ispiri a tutti, pari alle ripetute parole di pace, sentimenti ed opere atte a favorirla e a fondarla sulle sicure basi del diritto e degli insegnamenti evangelici”.

Pio XI arriva ad offrire la propria vita come pegno “per la salute e per la pace del mondo” invitando tutti a recitare il Rosario con “il fervore e la frequenza della devozione, che già ha ottenuto così grandi e così benefici interventi della Vergine Santa nelle sorti della tribolata umanità”.