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Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, una nuova stagione

In una conferenza stampa il 29 aprile, il Cardinale Sean O’Malley, presidente della Commissione, ha definito il nuovo ruolo dell’organismo, ora sotto la Congregazione della Dottrina della Fede

Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori | La conferenza stampa di presidente, segretario e alcuni membri della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, Radio Vaticana, Sala Marconi, 29 aprile 2022 | Vatican News Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori | La conferenza stampa di presidente, segretario e alcuni membri della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, Radio Vaticana, Sala Marconi, 29 aprile 2022 | Vatican News

Papa Francesco ha chiesto loro di inviare un rapporto annuale sul lavoro svolto, un segno di stima e di interesse per il tema. E non è la sola novità per la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, tra i primissimi organismi istituiti su suggerimento del Consiglio dei Cardinali. Da 5 giugno, infatti, la commissione sarà sotto la Congregazione della Dottrina della Fede, diventando parte integrante della Curia Romana.

Era un cambiamento nell’aria, perché la Commissione appariva come un organismo di consulenza staccato dalla Curia Romana. La preoccupazione più importante per la Commissione è, tuttavia, quella di mantenere la sua piena indipendenza, per portare avanti il suo lavoro di consulenza e per continuare a lavorare a fianco delle vittime.

Una indipendenza che sarà mantenuta. La Commissione continua ad avere le sue regole, il suo presidente e il suo segretario. Il Papa, nell’incontro avuto il 29 aprile al termine della prima plenaria della nuova era, ha assicurato che i membri della commissione continueranno ad avere la loro autonomia, ha detto il Cardinale O’Malley. Secondo il presidente della Commissione, il Papa avrebbe sottolineato che questa “è chiamata ad assicurare l’integrità della sua competenza, specialmente nella sua liberà di dare consigli al Santo Padre su questi temi declinati”.

Dunque, il Papa avrebbe detto che “sebbene sarà parte della Congregazione della Dottrina della Fede, la commissione sarà indipendente”. E il Cardinale O’Malley, da parte sua, ha dichiarato che “tenteremo di lavorare a stretto contatto con la Congregazione della Dottrina della Fede mantenendo la nostra indipendenza, in modo da comunicare direttamente al Santo Padre le nostre raccomandazioni e pensieri”.

Per il Cardinale, l’inclusione nella Curia rafforza il lavoro sulla protezione dei minori, e sottolinea che la Commissione “spera che la nostra presenza qui abbia un vero valore nel permettere di promuovere una cultura di salvaguardia nella Curia Romana”.

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Padre Andrew Small, segretario della Commissione, ha voluto sottolineare che, come pare della Curia, il suo lavoro sarà più semplice” perché la commissione sarà al centro dei temi sulla protezione, la visione proattiva della dignità del bambino e la protezione delle persone vulnerabili”.

Per Padre Small, la richiesta di un rapporto annuale sullo status della Chiesa sulla tutela di minori è “affascinante”, e il rapporto sarà stilato anche a partire dagli incontri con i vescovi che saranno in Vaticano per le visite ad Limina. “Il nostro primo compito – ribadisce il segretario della commissione -  è ricostruire la fiducia”. 

Come si struttura il lavoro della commissione? Juan Carlos Cruz, vittima e membro della commissione, ha sottolineato che lui e altri membri della commissione ricevono domande dalle vittime chiedendo un aggiornamento sui loro casi, di cui “non hanno saputo niente sin da quando hanno inviato la segnalazione”. La “mancanza di cooperazione da altri uffici della Curia romana” era stata citata da un’altra vittima, Marie Collins, quando questa si dimise dalla commissione nel 2017.

Di certo, quando la riforma della Curia sarà meglio messa a regime, si comprenderà meglio il ruolo della commissione.

Creata da Papa Francesco nel marzo 2014 per proporre le iniziative più opportune per la protezione di tutti i minori e gli adulti vulnerabili e per promuovere la responsabilità locale nelle Chiese particolari, la commissione era statta divisa in tre sottogruppi: dialogo con vittime e sopravvissuti, educazione e formazione, linee guida e norme per la promozione della tutela.