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Quando il Sacro lascia il segno, una mostra dei grandi artisti contemporanei in Vaticano

Al Braccio Carlo Magno la esposizione della raccolta di Grafica dei Musei Vaticani

Alcune delle opere esposte : I segni del sacro |  | Musei Vaticani
Alcune delle opere esposte : I segni del sacro | | Musei Vaticani
Alcune delle opere esposte : I segni del sacro |  | Musei Vaticani
Alcune delle opere esposte : I segni del sacro | | Musei Vaticani
Alcune delle opere esposte : I segni del sacro |  | Musei Vaticani
Alcune delle opere esposte : I segni del sacro | | Musei Vaticani
Alcune delle opere esposte : I segni del sacro |  | Musei Vaticani
Alcune delle opere esposte : I segni del sacro | | Musei Vaticani

Cosa  hanno in comune Edvard Munch, Paul Klee, Otto Dix, Max Ernst, Oskar Kokoschka, Umberto Boccioni, Felice Casorati, Giorgio Morandi, Piero Dorazio, Marc Chagall, Joan Miró, Henri Matisse? I segni del Sacro. É questo il senso della mostra che dino la 29 febbraio è allestita nel Braccio Carlo Magno a fianco della Basilica di San Pietro.

Una raccolta di grafica del Novecento nella Collezione d’Arte Contemporanea dei Musei Vaticani.

Francesca Boschetti, specialista per la grafica della Collezione d’Arte Contemporanea dei Musei Vaticani, che ha curato la mostra, presenta per la prima volta una straordinaria selezione di circa 150 grafiche, prevalentemente inedite, scelte fra le oltre 4000 opere che compongono l’intera raccolta di stampe, incisioni, disegni e fotografie dei secoli XIX e XX delle collezioni vaticane.

La mostra si snoda come una narrazione, lungo quattro linee tematiche: I sentimenti del sacro e dell’umano, Le impronte del reale, Genesi di un’idea e Segno e colore, “un doppio percorso, in cui la fine della mostra può diventare nuovo inizio di una visione ribaltata” spiega la Boschetti.

Si inizia con Joan Miró e il Càntic del Sol di san Francesco d’Assisi del 1975, un inno alla vita e alla creazione in tutte le sue forme, e insieme una lode a Dio per il creato. Solo delle “tracce, segni, impronte del reale e dello spirito, che attraverso il colore si manifestano e aprono la strada al percorso che segue”.

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Un primo filo rosso attraversa I sentimenti del sacro e dell’umano, e riunisce soggetti ispirati in gran parte alle Sacre Scritture come l’Apocalisse di San Giovanni, illustrata dal messicano Rufino Tamayo, che introduce idealmente la ricca selezione di opere nate negli anni dei due conflitti bellici. Una sezione ricca, grazie all’elevato numero di opere di soggetto religioso donate prima a Paolo VI e poi ai Musei Vaticani.

Si passa poi al Le impronte del reale. Si tratta di Paesaggi abitati dal lavoro quotidiano, nature morte composte da oggetti d’uso comune.

Si arriva a alla Genesi di un’idea: “La natura sorgiva del disegno in tal senso rappresenta una finestra privilegiata sul momento fragile, misterioso e definitivo della creazione” spiega la curatrice. Infine il Segno e colore accoglie una selezione di lavori, prevalentemente aniconici, che palesano l’infinita varietà di possibili relazioni esistenti tra queste due componenti, testimoniando la fecondità dell’autonomia acquisita dagli artisti nel corso del Novecento.

Le opere su carta sono conservate in speciali condizioni di luce, umidità e temperatura, e così la grafica, solitamente ritenuta un ambito per specialisti ed esperti, è in realtà un “osservatorio” privilegiato per conoscere da vicino gli artisti e apprezzarne gli aspetti più innovativi e sperimentali.

L’esposizione è stata concepita come una narrazione circolare che prende il via dalla Creazione del mondo per giungere alla creazione dell’opera d’arte.

Il percorso della mostra è sottolineato dall’allestimento dell’architetto Roberto Pulitani.

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Un tipo di espressione artistica del genere non poteva mancare nelle collezioni papali ha detto Barbara Jatta, Direttore dei Musei Vaticani presentando la mostra alla stampa, perché è costituita proprio da quei “segni del sacro” che sono stati generati dalla sensibilità spirituale di tanti artisti nel corso del XX secolo”.

La collezione di grafica contemporanea è nata a partire del 1973 e non  frutto della volontà di un collezionista, ma conseguenza naturale della “chiamata” di Papa Montini al mondo dell’arte per riallacciare lo storico legame tra Chiesa e cultura contemporanea. Una serie di doni degli artisti e dei collezionisti.

La mostra è accompagnata dal catalogo edito da Edizioni Musei Vaticani, con testi di Francesca Boschetti, Micol Forti, Barbara Jatta, Giorgio Marini, Giuseppe Trassari Filippetto.

La mostra è visitabile tutti i giorni dalle ore 10.00 alle 18.00, il mercoledì dalle 13.30 alle 18.00

Domenica e festivi chiuso e l ‘ingresso è gratuito.