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Relazioni cattolico – ortodosse, il tema della sinodalità al centro

Si è riunito il comitato di Coordinamento della Commissione Teologica Mista Cattolica Ortodossa. In vista di un nuovo documento

Commissione Mista per il dialogo teologico cattolico-ortodosso | Il comitato di coordinamento della Commissione Teologica mista cattolica ortodossa riunito a Bose  | Pontificio Consiglio per la promozione dell'Unità dei Cristiani Commissione Mista per il dialogo teologico cattolico-ortodosso | Il comitato di coordinamento della Commissione Teologica mista cattolica ortodossa riunito a Bose | Pontificio Consiglio per la promozione dell'Unità dei Cristiani

Si chiama “Primato e Sinodalità nel secondo millennio ed oggi” il documento allo studio della Commissione Mista Internazionale per il Dialogo Teologico tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa ortodossa. Il comitato di coordinamento della commissione si è riunito a Bose dall’11 al 15 novembre, co-presieduto dal Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, e dell’arcivescovo Job di Telmessos, che rappresenta il Patriarcato ecumenico presso il Consiglio ecumenico delle Chiese.

Lo scorso anno, si era anche discusso sull’opportunità di continuare gli incontri, dato che il Patriarcato di Mosca aveva ritirato la partecipazione dalla commissione a seguito dello “scisma ortodosso” in Ucraina. Ma si è deciso di continuare, considerando che ci sono anche altre defezioni, alcune storiche, come quella della Chiesa Ortodossa di Bulgaria, che non ha mai partecipato.

Durante i quattro giorni, si è – si legge in un comunicato – “nuovamente esaminato un progetto di documento” su Primato e Sinodalità nel secondo millennio ed oggi, e che ci sarà un nuovo incontro del Comitato di Coordinamento nel 2020.

L’ultimo documento della Commissione Mista di Dialogo Teologico Cattolico – Ortodossa era stato pubblicato dopo l’incontro di Chieti, in centro Italia, nel settembre 2016, e riconosceva un primato alla sede di Roma nel Primo Millennio,che esercitava, in un contesto di sinodalità, alcune prerogative come la cooperazione del riconoscimento di un Concilio come ecumenico o la possibilità di ricevere appelli. 

Dopo l’incontro di Chieti c’è stato un incontro del comitato di coordinamento a Leros, in Grecia, dal 5 al 9 settembre 2017. Durante l’incontro, si è deciso di stilare un documento sul tema Verso l’unità nella fede: questioni teologiche e canoniche. Qundi, si era rimandato ad un altro incontro del comitato di coordinamento, da svolgere entro il 2018. Questo ha avuto luogo a Bose, proprio nel periodo in cui la questione dell’autocefalia ucraina entrava nel vivo.

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Il documento Verso l’Unità della Fede è stato poi accontonato, a favore di quello su primato e Sinodalità perché il tema è sembrato in maggiore continuità con l’ultimo documento approvato dalla Commissione mista internazionale, intitolato Sinodalità e primato nel primo millennio. Verso una comune comprensione al servizio dell’unità della Chiesa.

Il documento in discussione punta a presentare in modo sintetico le principali linee di sviluppo del rapporto tra primato e sinodalità dall’inizio del secondo millennio ad oggi, anche se una interpretazione condivisa sugli sviluppi in ecclesiologia tra Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa è difficile. Si è puntato, quindi, soprattutto a spiegare come si è sviluppato nelle Chiese il rapporto tra primato e sinodalità.

Il 13 novembre, c’è stata una Messa, celebrata dal Cardinale Kurt Koch, che ha tenuto l’omelia sulla “testimonianza ecumenica di San Giovanni Crisostomo.

Partendo dalla liturgia e dal Vangelo che esortava ad essere “sale della terra e luce del mondo”, il Cardinale Koch sottolinea che questo è visibile nella vita di San Giovanni Crisostomo, che ha vissuto “sia l’ascetismo nell’isolamento, sia la missione nel ministero ecclesiale”.

Ha detto il Cardinale Koch: “Per la profondità e l’ampiezza della sua visione teologica della Divina Liturgia, Crisostomo è stato definito un luminoso ‘Doctor eucharisticus’. E per il suo ‘salato’ impegno nei confronti dei poveri, è stato chiamato ‘elemosiniere’.”

Il Cardinale ha poi notato l’impegno di San Crisostomo “nella riconciliazione e nel ripristino della piena comunione tra i cristiani in Oriente e in Occidente”.

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