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Riaperta la Cattedrale di Carpi. Parolin: "Il sisma non ha l'ultima parola"

Il Cardinale Parolin durante la celebrazione |  | Diocesi di Carpi Il Cardinale Parolin durante la celebrazione | | Diocesi di Carpi

“La riapertura del tempio di pietra sarà tanto più significativa quanto più riapriremo anche i cuori e le menti a Cristo, al suo messaggio di pace, di salvezza, di gioia, di autentica liberazione. Se Dio si fa piccolo per noi l’unica via per farci grandi è quella di servire il prossimo e, in modo speciale, i piccoli e i poveri, diventando testimoni credibili del suo amore. Celebriamo, perciò, la bellezza del tempio restaurato, del luogo dove possiamo celebrare l’Eucaristia e adorare il Signore presente nel Sacramento. Ciò divenga delle pietre, ma della pietra testata d’angolo del Tempio, ossia di Cristo che lo abita, facendolo diventare sacro”. Con queste parole - pronunciate nell'omelia - ieri mattina il Cardinale Pietro Parolin , Segretario di Stato di Papa Francesco, ha inaugurato durante una messa solenne la riapertura della Cattedrale di Carpi, danneggiata dal sisma del maggio 2012.

Il Cardinale Parolin ha ricordato il dramma del 2012. "Il terremoto, come altri drammi che possono scuotere la società, con i loro lutti e devastazioni, non hanno l’ultima parola. Con l’aiuto del Signore e perseverando con operosità e coraggio – ha osservato il porporato – la vita rinasce, le ferite si cicatrizzano e si ritorna a camminare insieme, a sperare, a progettare e a costruire”.

Questa celebrazione - ha detto ancora il Cardinale Parolin - “dimostra che il terremoto può colpire e ferire, ma non può sconfiggere e annichilire, può danneggiare e far tremare la terra, ma non può disgregare e disperdere una comunità che s’impegni a rinascere”.

La visita del Cardinale Parolin ha anticipato di una settimana quella del Papa, fissata per domenica prossima. Il Papa - ha spiegato il Segretario di Stato ai fedeli di Carpi - “viene a confermarvi nella fede, a portarvi il messaggio di speranza sempre attuale che si sprigiona dal Vangelo, a essere concreto segno di vicinanza e solidarietà per quanto questa zona ha sofferto e a ringraziare il Signore per la solerzia dell’opera di ricostruzione e di ritorno alla normalità”.

Nel suo indirizzo di saluto il Vescovo di Carpi, Monsignor Francesco Cavina, ha ricordato l'impegno di tanti che si sono messi in gioco per restituire a Carpi la Cattedrale di Santa Maria Assunta. "Per restituire la vita a questo luogo divenuto silenzioso - ha detto il Vescovo - è stato necessario affrontare un impegnativo lavoro, non privo di ostacoli e difficoltà di vario tipo, che sono stati superati con il contributo della scienza e della tecnica, ma soprattutto con lo slancio ideale, appassionato, ingegrioso e creativo delle tante persone che hanno prestato la loro opera, orgogliose di offrire il loro contributo non per la ricostruzione di un edificio qualunque, ma della Cattedrale di Santa Maria Assunta, onore e vanto dei carpigiani".

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