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San Vincenzo Pallotti, architetto di una società orientata a Cristo

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"In Te Domine speravi, non confundar in aeternum”. Il sacerdote romano che recitò tali brevi parole negli ultimi istanti della sua vita in realtà non era sul punto di dire addio alla sua giornata terrena bensì si stava aprendo per lui la strada della gioia eterna. Vincenzo Pallotti (1795-1850) nasce a Roma, in via del Pellegrino. e fin da piccolo sentì sempre dentro di se il desiderio di essere fatto per cercar il cielo e non la terra.

Con tali premesse la famiglia ne seguiva i naturali desideri quali ad esempio dare i suoi abiti buoni ai poveri, portare da mangiare ai mendicanti ed operare, ove poteva, il bene. Un bambino cosi “particolare” assecondando il suo cuore compie i suoi studi e nel 1818 viene ordinato sacerdote.

La Roma di Vincenzo Pallotti, però, non è una città fatta solo di santi e chiese ma anche di difficoltà economiche, povertà e molta delinquenza, ma a quanto pare ciò non impedisce al giovane sacerdote di poter far qualcosa di buono e di geniale per la sua epoca. Infatti istituisce una lega Antidemoniaca, predica esercizi spirituali, assiste il clero con la confessione ed apre dei veri e propri circoli dove lui stesso pratica la beneficenza. Ma comprende che il sacerdote da solo non basta per la diffusione del bene e così fonda la “Società dell'Apostolato Cattolico”.

Questa società di vita consacrata è una forma di aggregazione per sacerdoti e laici che intendono portare Cristo nella realtà quotidiana. Accanto a tale istituzione ed inserita in questo carisma il Pallotti anticipa la realtà dell'Azione Cattolica, in quanto consente soprattutto al laicato di partecipare alla missione salvifica di Cristo. Come? Ognuno con il proprio talento e soprattutto con le personali possibilità. Questo è lo specifico del carisma pallottino: non mutar stato bensì mutar la società orientandola a Cristo.

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Tutte queste attività però non furono da tutti ben accette e dovette subire varie difficoltà e resistenze che seppe fronteggiare con il suo animo quieto e con la sua fede forte ed adamantina. Il suo corpo riposa in via Giulia e precisamente nella chiesa di San Salvatore in Onda dove era la abitazione e dov'è possibile visitare la povera stanza nella quale è spirato ed un piccolo museo dei ricordi dove sono presenti le sue povere cose: il suo rasoio, il suo breviario, la sua talare ed i suoi molti strumenti di penitenza e la “piccola Madonnina” che portava sempre con sé per fare in modo che chi, salutandolo, tentava di baciargli la mano si ritrovasse tra le labbra il dolce volto della Madre di Cristo. Piccole astuzie? No, grande santità ed offerta al prezzo di un saluto.