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Sinodalità, spiritualità, vocazioni: il programma del nuovo arcivescovo di Parigi

Laurent Ulrich si è insediato il 23 maggio come nuovo arcivescovo di Parigi. Ha sostituito l’arcivescovo Aupetit, le cui dimissioni furono accettate da Papa Francesco “sull’altare dell’ipocrisia”

Arcivescovo Laurent Ulrich | L'arcivescovo Ulrich sul sagrato di Notre Dame per la sua installazione ufficiale alla guida dell'arcidiocesi di Parigi | Twitter @dioceseparis Arcivescovo Laurent Ulrich | L'arcivescovo Ulrich sul sagrato di Notre Dame per la sua installazione ufficiale alla guida dell'arcidiocesi di Parigi | Twitter @dioceseparis

Sviluppare uno spirito missionario e uno spirito collaborativo, che è proprio lo spirito sinodale; portare avanti un cammino spirituale; impegnarsi nelle vocazioni. Nella prima omelia da arcivescovo di Parigi, Laurent Ulrich delinea il suo “programma di governo” e lo pone in continuità con quello dei suoi immediati predecessori, a partire dal più immediato, quel Michel Aupetit le cui dimissioni furono accettate “sull’altare dell’ipocrisia”, come aveva detto Papa Francesco.

Il 23 maggio, l’arcivescovo Ulrich si è insediato in una diocesi di Parigi ancora scossa per le dimissioni del suo arcivescovo, ferita dalla presenza di una cattedrale, Notre Dame, ancora chiusa e in restaurazione dopo l’incendio del 15 aprile 2019: Una diocesi, in fondo, sotto shock. Si è presentato con un discorso molto politically correct, dove le citazioni sono tutte quelle che si pensino giuste in questo pontificato, di fatto discostandosi dalla linea più battagliera dell’arcivescovo Aupetit.

Tutti guardavano, dunque, alle prime parole del nuovo arcivescovo, che ha ricordato subito sia Aupetit che Notre Dame. E ha poi rimarcato che il Difensore, ovvero “lo Spirito di verità” che difende “non la verità scientificamente provata”, ma piuttosto “la verità che concerne il mistero del rapporto dell’uomo e di Dio nella persona di Cristo”, un Difensore che “fa costantemente un lavoro in noi, anche se non sempre lo vediamo”, come testimoniano i 400 aduli della diocesi di Parigi che saranno presto cresimati.

Parendo dalle letture, l’arcivescovo Aupetit lamenta che, con l’arrivo di Paolo in Macedonia, comincia quella storia che lega il cristianesimo all’Europa “forse troppo”, al punto da diventare un dominio che genera il rifiuto di oggi. E nota che lo Spirito Santo “ispira nella Chiesa il desiderio dell'Unità dei cristiani che la Storia ha diviso; comprendiamo che è Lui che soffia su queste Chiese quando cercano vie di pace tra i popoli; quando sostengono gli sforzi di un'Unione tra i nostri popoli che rispetti le loro differenze e le loro culture; quando sostengono con gli ultimi papi, e in particolare con Francesco, che l'unità prevale sul conflitto; e soprattutto quando sanno che è meglio costruire che incoraggiare la sfiducia e che il tempo è superiore allo spazio: far nascere e permettere di sviluppare processi virtuosi in termini di comportamenti pacifici e di ecologia integrale, quella che rispetta i più fragili come tanto quanto la natura”. 

Secondo l’arcivescovo Ulrich, “qui sta la radice di progetti giusti per il nostro continente”. E allora si deve “prestare attenzione alle sofferenze di una epoca”, e “dviluppare uno spirito missionario e uno spirito collaborativo, che è proprio lo spirito sinodale, nella Chiesa oggi, nella nostra diocesi di Parigi, seguendo le grandi intuizioni del cardinale Lustiger, mantenute e sviluppate dal cardinale Vingt-Trois e da monsignor Aupetit”.

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È questo – secondo l’arcivescovo di Parigi – che continuerà a “a suscitare vocazioni al servizio del Vangelo”, a “perseguire l'opera caritativa e solidale con i più precari, che tanto contraddistingue le parrocchie”, e a “mescolarsi a conversazioni e dibattiti significa continuare ad ascoltare il grido delle vittime degli abusi e rimediare come noi ci siamo già impegnati a fare per ripristinare una fiducia che farà bene a tutti”.

Per l’arcivescovo si deve “partecipare a forum e invitare artisti” e anche “ascoltare le aspirazioni della nostra società anche quando ci sorprendono e ci preoccupano, è ascoltare i più giovani che già ci dicono cosa sarà…

La Messa si è tenuta a St. Sulpice, la chiesa più grande di Parigi, che sta servendo come “cattedrale”. Ma l’inizio delle celebrazione è iniziata con i vespri nel piazzale antistante Notre Dame, davanti alla Madonna del Pilastro, da cui l’arcivescovo è entrato quasi da solo nella cattedrale convalescente, prendendone possesso.

La diocesi di Parigi è la più grande della Francia , con più di 500 sacerdoti attivi, un centinaio di parrocchie, laici salariati o volontari impegnati in vari movimenti e missioni (senzatetto, migranti, ecc.). Come il presidente della Conferenza episcopale di Francia (CEF) – attualmente Éric de Moulins-Beaufort – il nuovo arcivescovo è colui che incarna il primo culto francese con le autorità politiche, la società civile ei media.