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Stazioni quaresimali, la Basilica di Santa Maria a Trastevere

Un luogo di preghiera nel luogo della "movida"

Santa Maria in Trastevere l' 11 marzo 2020 pomeriggio, la piazza è deserta per la emergenza coronavirus |  | Veronica Giacometti Santa Maria in Trastevere l' 11 marzo 2020 pomeriggio, la piazza è deserta per la emergenza coronavirus | | Veronica Giacometti

Si rimane a Trastevere per la “statio” di oggi e si arriva alla bellissima e famosa Santa Maria in Trastevere, una delle chiese più antiche di Roma, perché fu fondata già da Papa Giulio (337-352) “trans Tiberim”. La basilica del IV secolo doveva essere molto grande, ma si conserva solo parte dell’abside in una cripta sotto la basilica attuale.

Proseguendo il nostro pellegrinaggio virtuale leggiamo ancora un passaggio del salmo 50 che è parte della liturgia stazionale:

Crea in me, o Dio, un cuore puro,

rinnova in me uno spirito saldo.

Non respingermi dalla tua presenza

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e non privarmi del tuo santo spirito.

Rendimi la gioia di essere salvato,

sostieni in me un animo generoso.

La chiesa come si vede oggi fu costruita nel XII secolo da Papa Innocenzo II (1130-1143) in uno stile classico, con architravi su colonne ioniche, tipico per il recupero dell’architettura classica nel momento prima del Rinascimento.

La chiesa conserva anche in qualche modo il ricordo di Papa Callisto (218-222), quello che crea le catacombe sulla Via Appia all’inizio del III secolo. Secondo una leggenda molto antica, Callisto avrebbe infatti costruito una basilica a Trastevere, ma non si conoscono tracce di una chiesa del III secolo sotto la chiesa del XII secolo. Secondo la tradizione si erge là dove un tempo vi era la Taberna Emeritoria cioè un ospizio di veterani della flotta ravennate.

All'interno è possibile ammirare il mosaico dove il Signore siede sul trono con sua Madre nel trionfo dei Santi e degli Apostoli sorreggendo con la mano la corona e il monogramma di Cristo. Quest'opera è tra i più noti capolavori di Pietro Cavallini predecessore di Giotto (1291).

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Intorno ai presbiterio, dominato dal seggio marmoreo, campeggia la scritta "Prima aedes deiparae dicata" intorno al baldacchino classico eretto dal Vespignani. Sulla destra si alternano nella cappella del coro del Domenichino opere del Sansovino e di Mino da Fiesole come quelle di Antonio Gherardi nella cappella del Bernini.