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Suor Maria Bernardetta dell’Immacolata, amica di Papa Francesco

Conclusa l'inchiesta diocesana sulla vita, le virtù eroiche, la fama di santità e di segni della Serva di Dio

La sessione di chiusura dell’inchiesta diocesana sulla Serva di Dio Maria Bernardetta dell’Immacolata – Diocesi di Roma |  | La sessione di chiusura dell’inchiesta diocesana sulla Serva di Dio Maria Bernardetta dell’Immacolata – Diocesi di Roma La sessione di chiusura dell’inchiesta diocesana sulla Serva di Dio Maria Bernardetta dell’Immacolata – Diocesi di Roma | | La sessione di chiusura dell’inchiesta diocesana sulla Serva di Dio Maria Bernardetta dell’Immacolata – Diocesi di Roma

Si è svolta stamane presso il Vicariato di Roma la sessione di chiusura dell’inchiesta diocesana sulla vita, le virtù eroiche, la fama di santità e di segni della Serva di Dio Maria Bernardetta dell’Immacolata, al secolo Adele Sesso, religiosa professa dell’Istituto delle Suore Povere Bonaerensi di San Giuseppe.

A presiedere l’evento il Vescovo Baldassarre Reina, Vicegerente della Diocesi di Roma.

Suor Maria Bernardetta dell’Immacolata nacque il 15 ottobre 1918 a Montella, in provincia di Avellino. Entrata tra le Suore Povere Bonaerensi di San Giuseppe, emise i voti perpetui il 19 marzo 1943.

L’anno successivo il trasferimento in Argentina dove lavorò fino al 1965 quando fu trasferita negli Stati Uniti.

Nel 1979 in Argentina conobbe l’allora Padre Jorge Mario Bergoglio, provinciale della Compagnia di Gesù. Al rientro in Italia delle religiosa, nel 1986, il futuro Papa le scrisse una lettera: “Vedemmo Lei e in Lei vedemmo ciò che significava una Congregazione religiosa senza limiti. Vedemmo generosità, spirito di obbedienza, di abnegazione, di servizio, vedemmo pietà, allegria, senso comune e fortezza. Vedemmo pazienza e rassegnazione. Lei, con la sua attitudine, mise calore di madre in noi, e nello stesso tempo, andò insegnando a quei giovani come si tratta una donna, perché questo si impara da una madre o non si impara mai. E Lei fu Madre”.

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Nel novembre 2001 fu il Cardinale Bergoglio, divenuto nel frattempo Arcivescovo metropolita di Buenos Aires, a Roma ad impartirle l’unzione degli infermi. La morte sopraggiunse il 12 dicembre successivo.

La documentazione passa ora all’esame del Dicastero delle Cause dei Santi.

“E un momento di gioia e di festa per tutta la nostra chiesa, per la nostra diocesi. Un grazie a coloro che hanno reso possibile questo momento: quando si arriva a questo punto è perché dietro c'è un grande lavoro e penso che sia doveroso un sentimento di gratitudine a tutti”, ha commentato il Vescovo Baldassarre Reina.

Fu molto apprezzata – ha aggiunto Monsignor Reina - “per i consigli che dava ai seminaristi nel loro cammino vocazionale, incoraggiandoli e consigliando loro la preghiera e l’adorazione eucaristica.  Le fu  affidato anche l'ufficio di superiora in una delle comunità, che svolse con umiltà e amore seguendo l'esempio la logica di Gesù che chinatosi lavò i piedi agli apostoli: esercitava la sua la sua autorità accompagnando, aiutando, amando, abbracciando tutti e specialmente i più bisognosi. Aveva un'attenzione particolare nei confronti di quelli che si sentivano soli, esclusi, sottoposti alla tentazione o attraverso un momento difficile della vita spirituale. Ebbe un amore speciale per i sacerdoti, infatti fin da bambina pregava tanto e si sacrificava in modo straordinario per loro e per i seminaristi. Collaborò alla formazione dei futuri sacerdoti e dei religiosi accogliendoli con bontà e tenerezza materna. Il sorriso era sempre presente sulle sue labbra, espressione di una serenità interiore frutto della sua risposta alla chiamata di Cristo accolta pienamente e fatta donazione verso i fratelli”.

“All'inizio del 1979 – ha detto ancora il Vicegerente - fu destinata alla casa di esercizi spirituali S. Ignazio di Loyola nella località di San Miguel, in provincia di Buenos Aires. In quell'epoca il provinciale della Compagnia di Gesù in Argentina era padre Jorge Mario Bergoglio, con il quale ella instaurò una proficua collaborazione nonché una profonda amicizia spirituale”.

Monsignor Reina, concludendo, ha citato un discorso di Papa Francesco: “Suor Bernardetta fu esempio di docilità allo Spirito Santo, di amore a Gesù e di amore alla carne di Cristo. Quando io come maestro dei novizi e anche come superiore provinciale avevo qualche problema con qualcuno lo mandavo a parlare con lei e lei due schiaffi spirituali e la cosa si sistemava: quella saggezza delle donne di Dio, delle mamme, è una grazia crescere nella vocazione sacerdotale avendo vicino queste donne, queste mamme che sanno dire le cose che il Signore vuole che siano dette: questo lo voglio dire per rendere omaggio a questa donna e a tante come lei che consacrano la vita al Signore e sono vicine all'apostolato dei preti, sono vicine alla formazione dei preti nei seminari e hanno quella saggezza quella saggezza delle mamme che sanno dire quello che il Signore vuole che sia detto”.

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