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Ucraina, continua la guerra e dall'Italia si moltiplicano gli aiuti ai rifugiati

La storia del pulman e partito da Belforte del Chienti nelle Marche

I passeggeri ucraini |  | Carla Budassi
I passeggeri ucraini | | Carla Budassi
I volontari di Belforte del Chienti  |  | Carla Budassi
I volontari di Belforte del Chienti | | Carla Budassi

Nella guerra che prosegue in terra ucraina c’è una situazione che strazia il cuore, quella dei bambini.

Sale il numero delle vittime e un’associazione per i diritti umani della Crimea ha denunciato che i russi avrebbero portato via con la forza da Mariupol circa 150 bambini, 100 dei quali ricoverati in ospedale, la maggior parte strappata ai genitori, come ha riferito il sito di informazione Ukrinform, ascoltando le dichiarazioni di Petro Andriushchenko, consigliere del sindaco di Mariupol, secondo cui la maggior parte dei bambini, che non sono orfani, è stata portata via senza i genitori.

Ma la solidarietà degli italiani non si arresta, tanto che molti bus fanno la ‘spola’ tra l’Italia ed il confine ucraino per trasferire in Italia bambini e donne, come è successo a Belforte del Chienti, in provincia di Macerata nelle Marche, da dove è partito un pullman con tre autisti (Jonatan Maggi, Mauro Casali e Luigi Pascucci), il vice parroco, don Salvatore Sicigliano, la vicesindaco ed assessore ai servizi sociali, Carla Budassi, ed il volontario Angelo Buresta, domenica 5 aprile e ritornato dopo 41 ore di viaggio con 43 donne e bambini, percorrendo 4.000 km.

A viaggio concluso abbiamo chiesto alla vicesindaco Carla Budassi di spiegarci il motivo per cui il comune di Belforte del Chienti ha deciso di ospitare i profughi ucraini: “L’iniziativa è partita dal parroco don Salvatore ed essendo io assessore ai servizi sociali insieme al sindaco abbiamo decisodi dare il nostro aiuto”.

Come è nata l’idea di raggiungere in pullman le zone di guerra?

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“E’ stato deciso per il pullman perché i profughi da far venire in Italia erano un numero elevato; infatti abbiamo fatto salire 43 persone. Quelle rimaste a Belforte sono state 17; le altre avevano contatti con altre associazioni umanitarie ed hanno scelto altre città italiane”.

Come è stato il viaggio?

“All’ andata abbastanza bene; il pullman era quasi vuoto, c’erano tre autisti della società di autotrasporti di Camerino (Contram), io, don Salvatore ed Angelo, che è un volontario; al ritorno, essendo il pullman pieno, abbiamo impiegato 26 ore, perché abbiamo fatto diverse soste, data la presenza di alcuni bambini piccoli”.

Voi siete stati a Przemysl, città polacca al confine con l’Ucraina: cosa avete visto?

“A Przemysl c’era apparentemente una vita normale con poca gente in giro: quello che mi ha colpito è stato il fatto che arrivando di sera le luci pubbliche erano spente e nelle case molto fioche quasi spente alle 20”.

C’è un episodio particolare che ti ha colpito in questo viaggio?

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“Il ritorno a Belforte del Chienti, perché siamo stati accolti festosamente dai bambini della scuola e dalle persone che si sono rese disponibili ad allestire gli alloggi presso l’oratorio della parrocchia di san Pietro e tutti quelli che hanno voluto sostenerci: è stato molto emozionante”.

Il presidente della società Contram, Stefano Belardinelli, ha spiegato la scelta di sostenere le famiglie ucraine: “Contram ha cercato fin da subito di sostenere le famiglie ucraine, pur nel rispetto di tutte le popolazioni coinvolte nella guerra, con la speranza che si torni alla pace. Lo ha fatto con agevolazioni dei trasporti nel territorio; lo ha fatto con lunghi transfert, che hanno richiesto un grande impegno dei nostri conducenti; lo ha fatto mettendo a disposizione mezzi a noleggio”.

Attualmente sono ospitati 17 profughi di cui 9 minorenni in una struttura comunale, arredata grazie alla generosità della popolazione.