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Ucraina, l'Arcivescovo Perego: "Subito corridoi umanitari per i profughi"

Intervenuto a Mediterraneo Frontiera di Pace il Presidente della Fondazione Migrantes auspica che l'Europa riconosca il diritto di asilo per le vittime della guerra in Ucraina

L'Arcivescovo Gian Carlo Perego |  | Daniel Ibanez CNA L'Arcivescovo Gian Carlo Perego | | Daniel Ibanez CNA

Il dramma ucraino è stato al centro di Mediterraneo Frontiera di Pace, l’evento che ha visto riuniti a Firenze decine di vescovi e sindaci della regione. Delle conseguenze umanitarie della guerra e anche della prospettiva di un Sinodo per il Mediterraneo abbiamo parlato con l’Arcivescovo di Ferrara – Comacchio e Presidente della Fondazione Migrantes Monsignor Gian Carlo Perego.

Certamente nei prossimi giorni e nei prossimi mesi vedremo quale sarà il dramma dei profughi che porta questa guerra. Si parla anche di 4 milioni di persone e direttamente come Italia saremo fortemente impegnati perché la comunità ucraina in Italia è di 250.000 persone, quindi si può immaginare che almeno mezzo milione di persone, se non di più, potranno raggiungere l’Italia. Chiaramente tutto questo chiede all’Europa che non si faccia dei Balcani ancora una volta un muro ma un corridoio umanitario per permettere da subito il riconoscimento del diritto di asilo a queste persone che fuggono e per permettere anche attraverso questa presenza una attenzione ancora maggiore a quanto sta succedendo in Ucraina e al diritto, certamente importante, della autodeterminazione di ogni popolo. Quindi credo che nei prossimi mesi l’attenzione sul tema dei migranti e della tutela del diritto di asilo sarà uno degli impegni dell’Italia e di tutta l’Europa.

Siete già in coordinamento con gli uffici delle altre Conferenze episcopali d’Europa interessate all’emergenza?

L’incontro di Firenze con 60 vescovi del Mediterraneo e anche dei Balcani è diventata già una occasione di scambio, di preoccupazione e anche di attenzione a come coordinarci attorno a questa realtà. Poi le Caritas in Europa e Caritas Europa sarà certamente il riferimento più importante di questo coordinamento come è stato anche in altre occasioni e certamente sarà anche importante che vi siano delle scelte politiche che vadano nella direzione di permettere chiaramente un riconoscimento del diritto di asilo da subito alle persone che sono in fuga dall’Ucraina.

Eccellenza qui a Firenze si parla già di Sinodo per il Mediterraneo…

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Il Sinodo per il Mediterraneo è la proposta che è stata fatta al Papa. Di fatto questo è stato un grande momento di confronto, un vero e proprio laboratorio, gruppo di ascolto sinodale tra i vescovi e quindi anche i temi che sono propri del sinodo come il dialogo ecumenico, quello interreligioso, le tematiche legate al discorso interculturale sono tornati fortemente nel dibattito di questi giorni quindi è stata una tappa nel cammino sinodale e può diventare una occasione per costruire in futuro un Sinodo per il Mediterraneo.

Lei pensa che il Papa convocherà una Assemblea Speciale per il Mediterraneo?

E’ già stato richiesto questo e penso che ci si possa arrivare. Il Mediterraneo – lo abbiamo visto a Bari e ora a Firenze – non è solo un mare, è anche un mondo di culture, di religioni, di città  e quindi in questo senso può diventare una occasione importante per una riflessione specifica delle chiese che sono intorno al Mediterraneo.