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Un vescovo cinese giura fedeltà al Governo senza autorizzazione del Papa

Rammarico della Santa Sede per la "istallazione" di Giovanni Peng Weizhao

Le foto della "Istallazione" |  | Asia News
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"La Santa Sede ha preso atto con sorpresa e rammarico della notizia della “cerimonia di installazione”, avvenuta il 24 c.m. a Nanchang, di S.E. Mons. Giovanni Peng Weizhao, Vescovo di Yujiang (Provincia di Jiangxi), come “Vescovo Ausiliare di Jiangxi”, diocesi non riconosciuta dalla Santa Sede. Tale evento, infatti, non è avvenuto in conformità allo spirito di dialogo esistente tra la Parte Vaticana e la Parte Cinese e a quanto stipulato nell’Accordo Provvisorio sulla nomina dei Vescovi, il 22 settembre 2018. Per di più, il riconoscimento civile di Mons. Peng è stato preceduto, secondo le notizie giunte, da lunghe e pesanti pressioni delle Autorità locali.

La Santa Sede auspica che non si ripetano simili episodi, resta in attesa di opportune comunicazioni in merito da parte delle Autorità e riafferma la sua piena disponibilità a continuare il dialogo rispettoso, concernente tutte le questioni di comune interesse". Questa la dichiarazione ufficiale della Santa Sede. 

Ma cosa è successo? L'accordo che è stato appena rinnovato tra Santa Sede e Governo Cinese sulla nomine dei vescovi non ha funzionato?

La questione è piuttosto delicata. Infatti Giovanni Peng Weizhao era stato nominato da papa Francesco nel 2014 per la diocesi di Yujiang e per questo anche arrestato per sei mesi dalle autorità cinesi, e ieri il 24 novembre ha aderito agli organismi “ufficiali” del cattolicesimo cinese, a presiedere il vescovo locale Li Suguang, vice-presidente della Conferenza dei vescovi cattolici cinesi, l’organismo collegiale non riconosciuto dalla Santa Sede.

Come riporta Asia News Peng Weizhao, 56 anni, ha studiato nel Seminario nazionale di Pechino divenendo sacerdote nel 1989. Era stato ordinato vescovo di Yujiang segretamente con il mandato di Papa Francesco il 10 aprile 2014 come successore di mons. Tommaso Zeng Jingmu, guida della locale e vivace Chiesa sotterranea, che trascorse ben 23 anni in carcere morendo poi a 96 anni nel 2016. Poche settimane dopo la sua ordinazione lo stesso vescovo Peng era stato arrestato; rilasciato nel novembre 2014 è sempre stato fortemente limitato dalle autorità nelle possibilità di esercitare il proprio ministero.

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Nella provincia dello Jiangxi c’erano due vescovi: mons. Li Suguang - 58 anni dal 2010 vescovo ufficiale di Nanchang e mons. Peng Weizhao, che ufficializzandosi diventa l’ausiliare di mons. Li  (impossibile senza il consenso della Santa Sede). Mons. Peng è stato probabilmente sottoposto a fortissime pressioni. Secondo quanto riferito dal sito chinacatholic.cn (il sito degli organismi cattolici controllati dal Partito comunista cinese) oggi nella cerimonia di insediamento ha letto questo giuramento: “Giuro di osservare i comandamenti di Dio, adempiere ai doveri pastorali del vescovo ausiliare, predicare fedelmente il Vangelo, guidare i sacerdoti e i fedeli della diocesi di Jiangxi, attenermi alla Costituzione nazionale, salvaguardare l’unità della patria e l’armonia sociale, amare il Paese e la religione, e persistere nel principio delle chiese indipendenti e autogestite, aderire alla direzione del cattolicesimo del mio Paese in Cina, guidare attivamente il cattolicesimo ad adattarsi alla società socialista e contribuire alla realizzazione del sogno cinese del grande ringiovanimento della nazione cinese”.

Il fatto dimostra che i negoziati con il Vaticano non hanno un ruolo significativo per il Governo cinese.