Città del Vaticano , sabato, 19. aprile, 2025 20:48 (ACI Stampa).
Il Cardinale Giovanni Battista Re, Decano del Collegio cardinalizio e delegato del Papa per la celebrazione, ha presieduto questa sera nella Basilica Vaticana la solenne Veglia Pasquale.
“La Veglia pasquale – ha detto il Cardinale Re, che ha letto l’omelia preparata da Papa Francesco - ci ricorda che la luce della Risurrezione rischiara il cammino passo dopo passo, irrompe nelle tenebre della storia senza clamore, rifulge nel nostro cuore in modo discreto. E ad essa corrisponde una fede umile, priva di ogni trionfalismo. La Pasqua del Signore non è un evento spettacolare con cui Dio afferma sé stesso e obbliga a credere in Lui; non è una mèta che Gesù raggiunge per una via facile, aggirando il Calvario; e nemmeno noi possiamo viverla in modo disinvolto e senza esitazione interiore. La Risurrezione è simile a piccoli germogli di luce che si fanno strada a poco a poco, senza fare rumore, talvolta ancora minacciati dalla notte e dall’incredulità”.
Attraverso il suo stile, Dio “ci libera da una religiosità astratta, illusa dal pensare che la risurrezione del Signore risolva tutto in maniera magica. Non possiamo celebrare la Pasqua senza continuare a fare i conti con le notti che portiamo nel cuore e con le ombre di morte che spesso si addensano sul mondo. Cristo ha vinto il peccato e ha distrutto la morte ma, nella nostra storia terrena, la potenza della sua Risurrezione si sta ancora compiendo. E questo compimento, come un piccolo germoglio di luce, è affidato a noi, perché lo custodiamo e lo facciamo crescere”.
Il Papa – attraverso la voce del Cardinale Re – richiama tutti: “facciamo germogliare la speranza della Pasqua nella nostra vita e nel mondo! Ritorniamo all’annuncio di questa notte: la luce lentamente risplende anche se siamo nelle tenebre; la speranza di una vita nuova e di un mondo finalmente liberato ci attende; un nuovo inizio è possibile, perché Cristo ha vinto la morte”.
Citando Sant’Agostino, il Papa invita a “riprodurre la Pasqua nella nostra vita e” a “diventare messaggeri di speranza, costruttori di speranza mentre tanti venti di morte soffiano ancora su di noi. Possiamo farlo con le nostre parole, con i nostri piccoli gesti quotidiani, con le nostre scelte ispirate al Vangelo. Tutta la nostra vita può essere presenza di speranza”.