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Vicariato Arabia del Nord, il vescovo Hinder amministratore apostolico

Dopo la morte del vescovo Ballin, per ora le due provincia di Arabia Settentrionale e Arabia Meridionale sono sotto una unica giuridizione

Vescovo Paul Hinder | Il vescovo Paul Hinder, vicario apostolico dell'Arabia Settentrionale e Meridionale | Wikimedia Commons Vescovo Paul Hinder | Il vescovo Paul Hinder, vicario apostolico dell'Arabia Settentrionale e Meridionale | Wikimedia Commons

Sarà sicuramente una transizione, ma di certo la scelta del vescovo Paul Hinder come amministratore apostolico del Vicariato dell’Arabia Settentrionale è stata dettata sia dalle circostanze che dalla necessità di garantire una continuità. Il vescovo Hinder, 78 anni e quindi già tre anni oltre l’età della pensione, va ad amministrare territori che già conosceva, aiutando il vicariato nella transizione necessaria dopo la morte per malattia del vescovo Ballin.

Ci si aspetta che ci siano due nuovi vicari, per far fronte alla situazione della regione che, per quanto cerchi buoni rapporti con la Santa Sede, non garantisce una totale libertà religiosa, per quanto le chiese siano presenti e possano essere costruite. In Bahrein si sta anche costruendo una nuova cattedrale, intitolata a Nostra Signora di Arabia, che era il sogno dello scomparso vescovo Ballin.

Il vicariato dell’Arabia Settentrionale include Kuwait, Bahrein, Qatar e Arabia Saudita. La nomina del vescovo Hinder ad amministratore apostolico del Vicariato è stata annunciata lo scorso 13 maggio e firmata dal Cardinale Luis Antonio Tagle, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.

Nato in Svizzera nel 1942, il vescovo Hinder in Arabia dal dicembre 2003, quando fu nominato vescovo ausiliare del vicariato apostolico di Arabia, che al tempo copriva le sei nazioni della Penisola Araba, dagli Emirati Arabi Uniti all’Oman, dallo Yemen al Qatar, al Bahrein e all’Arabia Saudita.

Il 21 marzo 2005, il vescovo Hinder è succeduto al vescovo Bernardo Gremoli come vicario apostolico di Arabia. Nel 2011, il vicariato si divise in Vicariato per l’Arabia Settentrionale e Vicariato per l’Arabia Meridionale, e il vicariato dell’Arabia Settentrionale fu affidato al vescovo Camillo Ballin, che era vicario apostolico in Kuwait dal 2005. Il vescovo Ballin trasferì poi la sua residenza in Bahrain nel 2012, per ragioni logistiche. Ed è lì che ha cominciato il progetto di una nuova cattedrale, dopo che ha anche ottenuto l’approvazione per il culto di Nostra Signora di Arabia.

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Il vescovo Hinder sarà dunque chiamato a guidare la transizione dei due vicariati verso due nuovi vescovi.

Come detto, nel vicariato dell’Arabia Settentrionale c’è il grande progetto della nuova cattedrale in Bahrein, dove c’è grandissima tolleranza religiosa. Il vicariato serve circa 1,7 milioni di cattolici, e ci sono 67 sacerdoti e un buon numero di suore che servono la comunità.

Con i suoi 900 mila chilometri quadrati, invece, il vicariato apostolico dell’Arabia Meridionale è una delle più grandi circoscrizioni ecclesiastiche al mondo, e vi risiedono più di un milione di cristiani. Gran parte di questi cristiani sono stranieri, e la maggioranza appartiene a Chiese cattoliche di rito orientale, in particolare alla Chiesa maronita, alla Chiesa cattolica siro-malabarese e alla Chiesa cattolica siro-malankarese.

In una lettera inviata ai fedeli del Vicariato dell’Arabia Settentrionale, il vescovo Hinder ha ricordato il vescovo Ballin, ha sottolineato le nuove sfide nate con la pandemia del coronavirus, e ringraziato per l’aiuto che religiosi e fedeli e ha comunicato la decisione di nominare un sacerdote come suo delegato in ogni nazione del vicariato.

“Mi impegno – ha scritto il vescovo Hinder – ad essere pastore di tutti, senza tener conto di nazionalità, rito religioso, famiglia o lingua”.

Dopo il vescovo Ballin, e con la prossima pensione del vescovo Hinder, sarà una transizione difficile per la Chiesa nella Penisola Araba, che perderà due leader riconosciuti. Ma sarà anche una transizione che avviene in un momento florido per la Chiesa, mentre gli Emirati Arabi Uniti hanno lavorato per mostrare al mondo la faccia di un Islam tollerante e stanno ora costruendo un Abrahamic Center, mentre il Bahrein ha più volte chiesto la visita di un Papa.

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