Dettava legge nel mondo dell’arte, le grandi dame del tempo si ispiravano ai suoi modelli per vestirsi ed acconciarsi, era amato, anzi adorato dai potenti e dai più ricchi. Eppure, il suo cuore, la sua attenzione più profonda era rivolta a realtà ben diverse. Intanto al piccolo paese del trevigiano in cui affondavano le sue forti radici, Possagno. E alla gente umile, accogliente e sorretta da una fede semplice quanto forte. Il nome di Antonio Canova è noto universalmente per la sua formidabile arte scultoria, le sue capacità quasi sovrumana: sembra usare il marmo, il gesso, come molle creta in cui imprimere segni, trasparenze, bellezza capaci di stupire, ammaliare. Fidia è tornato a vivere, si diceva di lui, rievocando il mitologico scultore greco termine di paragone di una maestria senza pari.
Una piccola sala un po' fuoro mano ma nel percorso iperaffollato dei Musei Vaticani da qualche giorno offre un rifugio per veri intenditori: è la sala delle Dame.
Armonioso stupore. Cosi Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, definisce il capolavoro del Braccio Nuovo, che verranno riaperti al pubblico il prossimo 22 dicembre, nel complesso espositivo dei Musei Vaticani.