Oggi si arriva alla Basilica Papale di San Paolo sulla via Ostiense, luogo dove è custodita la tomba dell’ Apostolo delle Genti.
“Per una fatalissima disgrazia derivata, per quanto apparisce, dal fatto che alcuni stagnari, i quali nel far jeri diversi lavori sul tetto della Basilica di San Paolo fuori le mura, lasciarono cadere dè carboni accesi da una padella, si è nella scorsa notte appiccato il fuoco al soffitto della detta Basilica. La violenza delle fiamme è stata tanta e tale, che malgrado i soccorsi prestati dal corpo dè pompieri con la celerità possibile in tanta distanza, quell’antichissimo celeberrimo soffitto è rimasto interamente distrutto, le numerose e famose colonne, meno alcune poche, sono state in parte atterrate ed in parte calcinate, e con grandissimo stento si è potuto salvare il solo monastero”.
Martedì di Pasqua si arriva alla stazione di San Paolo Fuori le Mura. Di nuovo in pellegrinaggio alla tomba dell’ Apostolo delle Genti.
In questo mercoledì in cui si celebra la Annunciazione a Maria il cammino penitenziale delle stazioni romane arriva alla tomba di S. Paolo, alla basilica fuori le mura.
Oggi, 18 novembre ricorre la festa della dedicazione delle basiliche dei Santi Pietro e Paolo. Una celebrazione che s’inserisce nel processo edilizio di cristianizzazione dell’impero romano avviato nella prima metà del IV secolo sotto l’imperatore Costantino.
Tra le ultime tappe del pellegrinaggio stazionale si torna anche nella basilica di San Paolo.
Quando il cammino delle stazioni arriva alla Basilica di San Paolo il primo impatto è con la magnificenza della chiesa
La famiglia cristiana si regge sulle leggi di responsabilità e solidarietà, ricordando “l’appello alla giustizia rivoltoci da Dio”, che va continuamente ricordato perché i cristiani sono divisi. Papa Francesco apre la Settimana per la Preghiera dell’Unità dei Cristiani con i Vespri in San Paolo Fuori Le Mura, insieme ai rappresentanti di altre comunità cristiane.
Per la prima volta Papa Francesco presiederà la celebrazione dei Vespri all’inizio della Settimana di Preghiera per l’unità dei Cristiani invece che in chiusura il 25 nella festa della Conversione di San Paolo
E’ una notta estiva del 1823, il 15 luglio, quella che porta distruzione a Roma. La Basilica di San Paolo all’ Ostiense brucia in un rogo che la distrugge.
VIII secolo dopo Cristo, Roma ha ormai dimenticato da un pezzo di essere stata una città imperiale. Dal V secolo in poi le invasioni dei barbari avevano cambiato il volto dell’ Urbs che, pur diventando il centro del mondo cristiano, aveva perso ricchezza e splendore.
Così come San Pietro in Vaticano è stazione il lunedì di Pasqua per la lettura liturgica dagli Atti degli Apostoli che riferisce il discorso di Pietro nel secondo capitolo, così martedì di Pasqua è stazione San Paolo perché anticamente si leggeva un discorso di Paolo nel tredicesimo capitolo degli Atti.
Il “Mercordi doppo la quarta Domenica di Quadragesima”, Pompeo Ugonio descrive la basilica di San Paolo fuori mura così come non la vediamo più.
Martedì di Pasqua la stazione torna a S. Paolo fuori le mura. L’immensa basilica ricostruita dopo l’incendio del 1823 rende abbastanza bene l’aspetto della chiesa antica costruita alla fine del IV secolo. La pianta è la stessa, le colonne e le loro arcate sono nuove ma rispecchiano fedelmente quella dell’antica basilica, e il transetto è ancora quello antico, anche se i mosaici in buona parte sono rifatti.
La basilica di S. Paolo fuori le mura fu costruita nel IV secolo lungo la Via Ostiense, dove già alla fine del II secolo una lettera del prete Gaio affermava che si venerasse la tomba dell’Apostolo Paolo, così come si venerava la tomba di Pietro in Vaticano. La è stata quasi tutta ricostruita dopo un devastante incendio nel 1823. Della basilica del IV secolo rimane il transetto, mentre le cinque navate furono ricostruite.
Papa Francesco presiederà il prossimo 25 gennaio alle ore 17.30, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura la celebrazione dei Secondi Vespri della solennità della Conversione di San Paolo Apostolo.