È una guerra che l’Azerbaijan combatte prima di tutto sul piano culturale, quella che ha visto Baku riprendere il controllo dei territori del Nagorno Karabakh, che gli armeni chiamano con il suo antico nome di Artsakh. E, di fronte alle accuse di “genocidio culturale” nella regione, con vasta documentazione di chiese cristiane armene completamente scomparse, l’Azerbaijan risponde con una storia diversa: quella della presenza di una Chiesa cattolica dell’Albania caucasica, precedente alla Chiesa Apostolica Armena collegata alla prima nazione che si è proclamata cristiana, e dove la storia si legge in millenni, e non in secoli.
Il rischio c’era, tanto che il Catholicos Karekin II, patriarca della Chiesa Apostolica Armena, aveva chiesto già il 7 ottobre di non far diventare il conflitto in Nagorno Karabach un conflitto a matrice religiosa. E invece l’8 ottobre, verso ora di pranzo, le forze armate azere colpito la cattedrale di Cristo San Salvatore di Ghazanchetsots, luogo simbolo della cristianità armena sin dal XIX secolo. La cattedrale è stata seriamente danneggiata.