A un anno dalla caduta del regime di Bashir Assad, quale è la situazione in Siria? E in che modo far tornare indietro le lancette della storia, fino a ripristinare anche la differenza religiosa? A cercare una risposta a queste domande ci pensa un rapporto dell’Œuvre d’Orient, l’opera di aiuto ai cristiani in Oriente legata alla Conferenza Episcopale Francese. Forte di una storia più che secolare, e di una presenza sul territorio maturata in tempi non sospetti, l’Œuvre d’Orient ha definito tre punti cruciali riguardanti una road map per la situazione nella regione, con uno sguardo molto interessato e interessante alle istituzioni cristiane che operano nel territorio.
Non è sicuramente un caso che, tra le reliquie inserite all’interno dell’altare della cattedrale di Notre Dame a Parigi, ci siano anche quelle del Beato Vladimir Ghika. Ghika era romeno, e rappresenta in qualche modo quella connessione tra Oriente e Occidente che ha sempre caratterizzato la Chiesa di Francia. Un po’ come la rappresentano le Missions Etrangéres, con le loro attività in Asia e in tutto il mondo.
C’è, in Francia, un Ordinariato dei cattolici di rito orientale. Struttura creata da Pio XII nel 1954, erede dell’Amministrazione diocesana per gli stranieri che esisteva sin dal 1922 nell’arcidiocesi di Parigi, l’ordinariato ha giurisdizione sui cattolici di rito orientale residenti in Francia e senza una gerarchia propria. Dal 13 al 17 febbraio, i membri di questo ordinariato sono stati a Roma per il loro incontro annuale.