Per la prima volta si celebra la memoria liturgica del beato Paolo VI, e a presiedere la messa nella basilica vaticana è stato il cardinale Pietro Parolin segretario di stato vaticano appena rientrato dal viaggio negli Stati Uniti del Papa. Se la Chiesa “ha coscienza di ciò che il Signore vuole che Ella sia, sorge in lei una singolare pienezza e un bisogno di effusione, con la chiara avvertenza di una missione che la trascende, d’un annuncio da diffondere”, ha detto Parolin nella omelia citando la Ecclesiam suam, prima enciclica di Paolo VI.
Cinquant’anni dopo il primo il quarto Papa parla alla Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Non che l’ ONU abbia mai di fatto ascoltato molto la voce della Santa Sede, che pure è osservatore permanente. Giovanni Paolo II ha parlato due volte alla assemblea di New York e specialmente nel 1995 è arrivato al Palazzo di Vetro con la richiesta forte di un cambiamento, di una riforma profonda di una istituzione che ormai ha bisogno di aprire le finestre e far entrare l'aria della realtà.
“Per molti anni è stato devoto appuntamento per tanti che coltivavano affetto, gratitudine e stima per Paolo VI ritrovarsi in questo giorno di festa nella basilica vaticana per una santa messa celebrata nell’anniversario della sua ‘pasqua’ da questa terra al cielo. Ora, che egli è già stato proclamato beato, la nostra non è più una preghiera di suffragio, ma una domanda d’intercessione presso Dio”. Sono le parole di monsignor Marcello Semeraro, che ieri ha presieduto la celebrazione eucaristica nelle grotte vaticane, nell’anniversario della morte di Paolo VI.
“Custodire il creato, custodire l’intera creazione”. Quello ambientale è certamente uno dei temi chiave del pontificato di Francesco. Il Papa lo ha ribadito fin da subito, fin dalla Messa di inizio del ministero petrino il 19 marzo 2013. E ora questa colonna portante si inserisce nella grande tradizione delle encicliche sociali dei Romani Pontefici.
San Giovanni XXIII ed il Beato Paolo VI sono simili per "quell'atteggiamento di ascolto, di dialogo, di servizio alla Chiesa e all'uomo, per quell'umiltà che ha impressionato più delle grandi gesta il mondo che chiedeva ragione della loro speranza". Sono le parole del Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, intervenuto ieri alla presentazione del volume “Giovanni XXIII e Paolo VI, i papi del Vaticano II”
1933-1966-1983. Sono i tre Anni Santi straordinari che si sono aggiunti ai giubilei ordinari del XX Secolo.
Don Luigi Orione e Giovanni Battista Montini, poi divenuto Papa Paolo VI, sono stati due santi protagonisti tra i più rilevanti della scena ecclesiale del Novecento. Tra loro ci fu non solo una grande amicizia, ama una stretta collaborazione che li rese collaboratori di misericordia. Tra le tante opere comuni una è singolare ed è l’attenzione al recupero dei “preti lapsi”, i sacerdoti che per i più diversi motivi erano “perduti”. Per raccontare questa storia di carità don Flavio Peloso, superiore generale dell’ Opera della Divina Provvidenza, ha recuperato negli archivi un carteggio tra i due santi.