Papa Francesco si recherà in Africa dal 25 al 30 novembre prossimi. Lo ha confermato questa mattina Padre Federico Lombardi, Direttore della Sala Stampa Vaticana.
Oggi "sui telegiornali, sui giornali vediamo che ci sono le guerre, le distruzioni, l’odio, l’inimicizia. Anche ci sono uomini e donne che lavorano tanto per fabbricare armi per uccidere, armi che alla fine divengono bagnate nel sangue di tanti innocenti, di tanta gente. Ci sono le guerre! Ci sono le guerre e c’è quella cattiveria di preparare la guerra, di fare le armi contro l’altro, per uccidere! La pace salva, la pace ti fa vivere, ti fa crescere; la guerra ti annienta, ti porta giù". Lo ha detto il Papa, nel corso dell'omelia pronunciata stamane nella Messa quotidiana a Santa Marta.
“Le coppie e le famiglie cristiane sono spesso nelle condizioni migliori per annunciare Gesù Cristo alle altre famiglie, per sostenerle, fortificarle e incoraggiarle. Quello che voi vivete nella coppia e nella famiglia, questa gioia profonda e insostituibile che il Signore vi fa sperimentare nell’intimità domestica tra le gioie e i dolori, nella felicità della presenza del vostro coniuge, nella crescita dei vostri bambini, nella fecondità umana e spirituale che Egli vi concede, tutto ciò va testimoniato, annunciato, comunicato al di fuori perché altri si mettano, a loro volta, su questa strada”. Lo ha detto il Papa, stamane, ricevendo in udienza nella Sala Clemenetina i partecipanti all'incontro promosso dalle Equipes Notre-Dame alle quali ha chiesto di pregare per il Sinodo sulla famiglia al via il prossimo mese di ottobre.
Anche oggi il Papa ha dedicato alla famiglia la sua catechesi nel corso dell'Udienza Generale del mercoledì in Piazza San Pietro. "Il legame tra la famiglia e la comunità cristiana - ha spiegato Francesco ai fedeli radunatisi in piazza - è un legame naturale, perché la Chiesa è una famiglia spirituale e la famiglia è una piccola Chiesa. La comunità cristiana è la casa di coloro che credono in Gesù come la fonte della fraternità tra tutti gli uomini. La Chiesa cammina in mezzo ai popoli, nella storia degli uomini e delle donne, dei padri e delle madri, dei figli e delle figlie: questa è la storia che conta per il Signore".
E’ tutto nella mani del vescovo. La riforma del processo canonico matrimoniale che da anni si attendeva è arrivata con due Lettere Apostoliche Motu proprio di Papa Francesco che ha lavorato sulla relazione della commissione creata lo scorso ottobre. “Mitis iudex Dominus Iesus” il documento per le Chiese latine e “Mitis et misericors Iesus” per le Chiese che seguono il codice dei canoni delle Chiese orientali.
Vicinanza alla preghiera del Papa ma anche attenzione per “gli eventi drammatici legati al fenomeno delle migrazioni”, che “sono di giorno in giorno più dolorosi e preoccupanti”. Con un invito a tutti i soci, che si dovranno impegnare "avviando un processo che abbia al centro la dignità della persona e lo spirito evangelico di misericordia e accoglienza”.
La concretizzazione dell’appello del Papa per l’accoglienza dei migranti parte fin da dentro il Vaticano. Almeno due famiglie di rifugiati saranno presto ospitate dalle parrocchie di San Pietro e di Sant’Anna, le due uniche realtà parrocchiali del piccolo Stato oltre Tevere.
Quella dei migranti “si presenta con aspetti politici e umanitari che vanno affrontati insieme, ma anche tenuti distinti, aiutando le persone nel rispetto delle attuali leggi dello Stato e in attesa di altre migliori. Certo non è mai stato facile e privo di rischi aiutare i poveri e quanti sono in situazioni estreme. Ma fare una buona accoglienza significa aiutare vite in pericolo e trasformare un problema in risorsa civile e spirituale”.
Gesù è stato mandato per riconciliare e pacificare e lo fa “con una modalità speciale. Riconcilia e pacifica nel piccolo e nel cammino”. Così il Papa stamane nel corso della Messa a Santa Marta, celebrando la Natività della Vergine Maria.
L’appello del Papa affinchè, in vista dell’Anno Santo, ogni parrocchia, comunità religiosa, monastero e santuario ospiti una famiglia di profughi va accolto “con la gratitudine di chi riconosce nel Successore di Pietro colui che, anche nelle situazioni più complesse, sa additare le vie per un Vangelo vissuto”. E’ quanto scrivono, in un comunicato congiunto, il Cardinale Angelo Bagnasco e Monsignor Nunzio Galantino, Presidente e Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana.
Se i giovani vanno via delle parrocchie è “perché non sono interessati all’offerta che ricevono, perché non ricevono risposte alle questioni e agli interrogativi che li inquietano?”. E’ una domanda lasciata sul piatto della discussione universale quella di Papa Francesco, che ha parlato lungamente di giovani nel discorso consegnato questa mattina ai vescovi portoghesi, giunti in Vaticano per la visita ad limina.
Come sempre la Chiesa accoglie prontamente l’appello del Papa. Per prepararsi all’Anno Santo parrocchie, monasteri, conventi, accolgano una famiglia di profughi ha chiesto ieri il Pontefice durante l’Angelus. E la Chiesa ha risposto sì all’invito del Pastore universale.
Un pensiero ai cristiani perseguitati, alla complicità del silenzio, un pensiero all’ Oriente cristiano. Il Papa alla messa di Santa Marta questa mattina ha commentato le letture e confermata la comunione ecclesiastica con il nuovo Patriarca di Cilicia degli Armeni.
"Comunione" è un concetto tenuto in grande onore nella Chiesa antica ed anche oggi, specialmente in Oriente. Per essa non si intende un certo vago "sentimento", ma una "realtà organica", che richiede una forma giuridica e che è allo stesso tempo animata dalla carità.” E’ questa la frase che il Papa ha pronunciato questa mattina nella cappella della Domus Sanctae Marthae, duranta la celebrazione eucaristica. E’ il rito della significazione della Ecclesiastica Communio concessa al nuovo Patriarca di Cilicia degli Armeni dal papa con la lettera del 25 luglio scorso.
Credo che quello del Papa sia stato un appello “coraggioso e non rimarrà inascoltato”. Così il Cardinale Angelo Scola, Arcivescovo di Milano, ha commentato le parole sull’accoglienza pronunciate nel corso dell’Angelus da Papa Francesco. E anche l’Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, Cardinale Gualtiero Bassetti “accoglie e fa suo” l’appello del Pontefice. “Anche le famiglie che abbiano a disposizione immobili sfitti accolgano i rifugiati”, la richiesta del porporato ai fedeli della sua Arcidiocesi.
“Sostenere che la pace è sempre possibile non è un’affermazione ingenua.” Lo scrive Papa Francesco nel messaggio inviato ai partecipanti alla 28ma edizione dell’incontro internazionale per la pace che quest’anno, a 20 anni dalla fine della guerra nei Balcani, si svolge a Tirana in Albaniada oggi 6 settembre fino a martedì 8 . “La pace è sempre possibile – Religioni e culture in dialogo” questo il tema dell’incontro che segue il primo storico di Assisi dell’ottobre 1986.
Dopo l’Angelus Papa Francesco è tornato a lanciare un appello in favore delle centinaia di migliaia di profughi e migranti che stanno raggiungendo o hanno già raggiunto l’Europa. Seguendo il Vangelo è nostro compito “dare loro una speranza concreta. Non soltanto dire: Coraggio, pazienza!... La speranza cristiana è combattiva"
Papa Francesco ha ricevuto questa mattina i Membri delle Cellule Parrocchiali di evangelizzazione in occasione del riconoscimento ufficiale degli statuti da parte della Chiesa.
E' un invito al "coraggio" quello lanciato da Papa Francesco agli studenti di scuole per emarginati, agli immigrati e ai giovani degli Stati Uniti, in una videoconferenza registrata lo scorso 31 agosto nell'Aula Paolo VI con la televisione americana ABC, e andata in onda ieri notte. In collegamento con Chicago, Los Angeles e il Texas (tutti luoghi che Papa Francesco non toccherà nel suo prossimo viaggio negli USA dal 22 al 27 settembre), il Papa ha invitato al coraggio, e ha detto a tutti che va "per stare vicino alla gente."
L’ultimo tentativo, in ordine di tempo, di ristabilire la piena comunione con la Fraternità Sacerdotale San Pio X lo ha fatto Papa Francesco: le confessioni del movimento scismatico dal 1988 saranno valide durante l’Anno Santo. Una mossa che, mentre ci sono ancora colloqui dottrinali in corso, rappresenta in fondo una mano tesa, e toglie ai cosiddetti lefevbriani ogni possibile appiglio su una scarsa volontà del Papa che loro avevano considerato un “modernista.”