Questa mattina Papa Francesco ha ricevuto il Cardinale Raymond Leo Burke, Patrono del Sovrano Militare Ordine di Malta e Fra’ Matthew Festing, Principe e Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta. Una occasione per ricordare l’impegno dello SMOM soprattutto per i rifugiati in previsione della giornata del 20 giugno dedicata dalle Nazioni unite a questo dramma umanitario. In Siria ogni 60 secondi una famiglia è costretta ad abbandonare la propria casa a causa delle violenze in corso da oltre 4 anni.
“Ringraziamo dal profondo del cuore i benefattori di Aiuto alla Chiesa che Soffre per la solidarietà mostrata alle popolazioni sofferenti della Siria. E vi preghiamo di continuare a pregare per noi”. Questo uno degli ultimi messaggi inviato ad Aiuto alla Chiesa che Soffre da padre Jacques Mourad, il sacerdote rapito a Qaryatayn in Siria lo scorso 21 maggio. La fondazione pontificia ha sostenuto l’opera del religioso sin dal 2004 ed in particolare dopo l’inizio della crisi siriana nel 2011.
Domani sera in Italia si pregherà per i martiri cristiani e per i perseguitati, e mentre il mondo si preoccupa per il sito archeologico della antica città di Palmira, in Siria un altro sacerdote è stato rapito due anni dopopadre Paolo Dall’Oglio. Padre Jacques Mourad è stato rapito a Qaryatayn e fa parte della comunità monastica del Deir Mar Musa monastero a circa 80 chilometri a nord di Damasco. Ieri il monaco è stato rapito nella piccola città della Siria centrale ad un centinaio di chilometri da Palmira dove da dodici anni guidava la parrocchia siro-cattolica locale e viveva nel monastero Mar Elias.
«Non avevamo mai avuto tanta paura e ormai siamo pronti al peggio. Pregate per noi». È la drammatica testimonianza di Suor Annie Demerjaan giunta da Aleppo ad Aiuto alla Chiesa che Soffre. La religiosa armeno-cattolica racconta la tragica situazione nella città siriana che «in migliaia hanno già abbandonato per paura delle violenze». A partire sono anche moltissimi cristiani che cercano rifugio nella Valle dei Cristiani e nelle regioni costiere. «Molti dei nostri quartieri sono completamente deserti».
Prima di tutto “restare in Siria”, cosa fondamentale per i frati della Custodia di Terra Santa: “La gente non ha solo bisogno di pane per vivere. A volte conta di più una parola di conforto, un abbraccio o una stretta di mano”. Soprattutto in un momento drammatico, cui “la gente ha capito che la vecchia Siria è finita e non esisterà più”.
Quattro anni di guerra. Il 15 marzo si è celebrato un ben triste anniversario in Siria. Il Malteser International, l’agenzia di soccorso internazionale dell’Ordine di Malta, ha lanciato un appello alla comunità internazionale per intensificare gli sforzi al fine di alleviare l’inaudita e profonda sofferenza della popolazione civile.
La guerra che da anni ornai devasta la Siria vede tra le prime vittime la comunità cristiana che da secoli vive nel paese. A raccontare le vicissiutidini dei cristiani è stato Jean-Clément Jeanbart, Arcivescovo greco-melkita di Aleppo, in una recente visita in Sicilia a Monreale.