Una morale contemporanea, che parte da un dato contemporaneo tra i più rappresentativi: la moda. È quella che ha messo in campo il domenicano Alberto Fabio Ambrosio, docente al Luxembourg School of Religion & Society, che ha dedicato al tema di una possibile teologia della moda una trilogia. L’ultimo volume, Per una morale contemporanea. Critica della moda pura, fa un po’ il verso, nel titolo, alla critica della ragion pura di Immanuel Kant. Ma introduce, piuttosto, un sistema di pensiero che guarda al mondo contemporaneo, e lo fa attraverso le lenti della moda. Non solo le lenti del mercato, che sono pure presenti, ma anche quelle del modo di vestire. Perché non è vero che l’abito non fa il monaco. È piuttosto vero il contrario.
Non è vero che l’abito non fa il monaco. È vero piuttosto che il modo in cui vestiamo dice molto di noi, della nostra personalità, di quello che vogliamo comunicare. Ma – ed è questa la sorpresa – dice anche molto di Dio, della sua presenza nella storia, del modo in cui si comunica. Non fu in fondo Dio a fare due tuniche di pelli per Adamo ed Eva, una volta che questi si erano accorti di essere nudi?