venerdì, maggio 17, 2024 Donazioni
Un servizio di EWTN News

Preghiera per l’Italia, anche la Chiesa caldea si unirà spiritualmente

Il Cardinale Louis Raphael Sako, Patriarca di Babilonia dei Caldei

Anche dall’Iraq pregheranno per l’Italia: per volontà del Cardinale Louis Raphael Sako I, patriarca di Babilonia dei caldei, la Chiesa cattolica caldea si unirà spiritualmente alla preghiera per l’Italia che la CEI ha indetto per il prossimo 19 marzo.

Nel giorno di San Giuseppe, Custode della Sacra Famiglia, famiglie, fedeli, comunità religiose sono state invitate a recitare in casa il Rosario alle ore 21, uniti simbolicamente. Una preghiera che la CEI ha chiesto di accompagnare da un segno, e la proposta dei vescovi italiani è di esporre alle finestre delle case un drappo bianco o una candela accesa.

Questo perché, spiega il Cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della CEI, “dalle nostre abitazioni si eleva al Padre la supplica dei suoi figli affinché il Signore, buono e misericordioso, dia la forza del suo spirito a medici e operatori sanitari, illumini i ricercatori, guidi i governanti e infonda vigore ai corpi degli anziani e dei bambini, allontani la paura, doni a tutti, specialmente ai malati, la consolazione del suo Figlio Gesù”.

Sono molte le conferenze episcopali che hanno aderito all’iniziativa, specialmente le Conferenze episcopali dell’Est Europeo. A queste si è aggiunta la Chiesa cattolica caldea.

La Chiesa cattolica caldea è una Chiesa cattolica sui iuris, retta da un patriarca e con sede a Baghdad. A causa della diaspora di fedeli, oggi i 600 mila fedeli sono nell’originario Iraq, ma anche più in generale nel Medio Oriente, in Europa, Oceania ed America Settentrionale. Di questi, 250 mila fedeli sono residenti in Iraq.

La Chiesa cattolica caldea trae le sue origini dalla Chiesa di Oriente, fondata secondo la tradizione nel I secolo dai seguaci dell’apostolo San Tommaso.

Molto forte è il legame tra Iraq e Italia. Molti sono stati gli aiuti arrivati dalla CEI ad Erbil durante la crisi dei rifugiati che ha fatto seguito agli attacchi dello Stato Islamico e all’invasione della piana di Ninive.  E non va dimenticato che proprio ad Erbil, con i fondi dell’8 per mille, è stata costruita una università cattolica.

L’Iraq ha anche già risposto con generosità: nel 2016, a seguito del terremoto del Centro Italia, i fedeli iracheni inviarono varie offerte per un totale di 20 mila euro.

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