Un uomo di nome di Gesù, che per lunghi giorni ha calamitato le folle della Palestina con i suoi discorsi tanto diversi e con i suoi comportamenti straordinari, viene catturato come un bandito nel cuore della notte a Gerusalemme, trascinato davanti ad un tribunale di romani, umiliato, sconfessato, tradito, flagellato, messo a morte, e morte infamante, quella in croce.
Dal legame profondo dei Francescani con la Terra Santa prende il via il lavoro di ricerca e di studio non solo liturgico ma scientifico ed archeologico dei figli di San Francesco.
Uno sguardo verso l’alto, che colma la distanza tra noi e l’infinito. La montagna offre questo spazio aperto al Mistero e insieme ritempra l’anima e lo spirito con pochi, semplici gesti: camminare, respirare, fermarsi a contemplare, parlare con la gente che vive con ritmi diversi, che sa misurare il tempo con un’ampiezza sconosciuta.
11 aprile 2020. Sabato Santo, il giorno prima di Pasqua, una Pasqua difficile, immersa nella paura e nel silenzio, nell’isolamento, in cui il messaggio di speranza, Dio è risorto, risuona più forte in un mondo attonito, stremato. Le messe si celebrano via streaming, il Papa compie gesti simbolici forti, capaci di commuovere milioni di persone.
Si fa un gran parlare di ruolo della donna nella Chiesa, di come i Pontefici negli ultimi decenni abbiano dato importanza al genio femminile e c’è un dibattito acceso in certi settori sul sacerdozio femminile. E poi ci sono le leggi, i problemi di violenza, le discriminazioni anche solo accennate nel lavoro.
San Tommaso d’Aquino è rimasto noto come uno dei più grandi teologi della Fede cattolica. Il famoso santo, infatti, dal lontano 1567, ha il titolo di Dottore della Chiesa.
Un lungo momento di sospensione, di silenzio, di paura: è quel che abbiamo vissuto,e in parte continuiamo a vivere, nel periodo di chiusura imposto per frenare la pandemia provocata dal coronavirus.
Anche se non si riesce ancora a visitare tutte le mostre e i musei per evitare pericolose situazioni di contagio da coronavirus, si possono certo “visitare” delle interessanti mostre digitali che, avendo più tempo magari per stare a casa, possono essere visitate anche insieme a tutta la famiglia.
San Giorgio è un cavaliere senza macchia e senza paura che libera una povera, tremante principessa che sta per essere divorata da un drago vorace e sbuffante.
“Torniamo amici !” Con voce commossa papa Paolo VI nella Cappella Sistina nel 1964 si rivolge agli artisti presenti, da lui invitati con calore a questo incontro, che poi si rivela storico per molti aspetti, per colmare, anche fisicamente, la distanza che sembra essersi aperta tra la Chiesa e l’arte.
Una delle questioni da affrontare specialmente nel nostro paese in questa pandemia è la gestione e la fruizione dei Beni Culturali.
Rue du Bac. Una via stretta, scavata nel cuore di Parigi. Al numero 140 si trova una cappella, in cui un continuo via vai di persone testimonia come questo sia un luogo amato e venerato, meta di pellegrinaggi, forse meno vistosi e più raccolti, animati da persone provenienti da tutto il mondo.
Sessantadue colpi di pistola. Esplosi per martoriare quel corpo accasciato sulla strada, in pochi, terribili secondi.
“Ecco riempito fino all’orlo il calice col succo della vite, Nel tuo convito celeste – io il tuo servo orante – Grato, perché misteriosamente rendesti angelica La mia giovinezza Perché da un tronco di tiglio scolpisti una forma robusta… Tu sei il più stupendo, onnipotente intagliatore di santi”.
“La situazione che stiamo vivendo ci ha resi consapevoli che in questi anni abbiamo per certi versi vissuto come in una bolla, che ci faceva sentire sufficientemente al riparo dai colpi della vita. E così siamo andati avanti distratti, fingendo che tutto fosse sotto il nostro controllo.
In una valle sperduta nei pressi dei Pirenei, in un villaggio del Libano, nella savana africana, in una via stretta e buia di Parigi, nei campi nella bassa padana, nelle colline umbre, negli spazi sterminati degli Stati Uniti, in paesini della Sicilia, ovunque, nel tempo e nello spazio, la Madonna non ha voluto lasciare mai l'umanità da sola.
Una madre, Lucia, vive sola con il figlio adolescente Gabriel. Nella loro casa aleggia l’assenza di Anna, morta di leucemia. Anche il marito, incapace di reggere questo evento, li ha lasciati soli. Lucia tenta di sopravvivere al lutto dedicandosi interamente alla cura di malati terminali dell’hospice nel quale lavora come infermiera. Sono loro che riescono a strapparle un sorriso e saranno per lei maestri inconsapevoli.
I giorni di un innamoramento, la fine del dolce sogno d'amore, l'ingresso in magistratura, la coscienza della propria scelta e del proprio compito, il dolore per l'assassinio di Aldo Moro e per la morte di Papa Paolo VI...Le messe e le soste in chiesa, la preghiera e il pensiero costantemente rivolto a Gesù, per chiedere aiuto, luce, conforto.
Anna Grigor'evna, seconda moglie di Fedor Dostoevskij, racconta nelle sue memorie che durante un viaggio in Europa con il marito nel 1867 fecero una sosta, fortemente voluta, a Dresda
Da ecclesiasticista non posso esimermi dall’intervenire sul tema della sospensione delle Sante Messe in forma pubblica. E’ un tema delicato, che comprensibilmente appassiona i cultori di tutte le discipline giuridiche.